Cesare alla volta delle province spagnole passò per questa valle e per questo centro, replicando lo stesso tragitto nel 58 a.C. con 30 mila uomini procedendo da Ocelum-Ad Fines. Dopo una settimana di marce e di scontri con i popoli della valle, egli raggiunse Briançon (Brigantium), preparandosi a conquistare la Gallia transalpina. Nel Settecento il Sacchetti scriveva "esser vana l'opera di voler comprendere l'origine e la fondazione della città di Susa perché finora non vi è colui al quale sia riuscita tale impresa... ". Lo storico nutriva seri dubbi che gli derivavano dalla lettura di Plinio e di Tito Livio: il primitivo villaggio era abitato dai Liguri che popolavano il Piemonte oppure dai Celti scesi in Italia intorno al 400 a.Cristo. Gli archeologi e gli storici attualmente sono oggi in grado di sciogliere in parte il quesito, ma soltanto a partire dal 77 a. C. anno per il quale le fonti scritte stabiliscono il limite inferiore della preistoria segusina. In quell'anno infatti Pompeo si diresse con l'esercito verso il Monginevro (Mons Matronae) vantandosi di aver scoperto un valico che consentiva di giungere da nord nelle terre di Provenza, possedimento romano fin dai tempi delle guerre puniche. Fu comunque sotto Augusto Ottaviano che la città, grazie ad un'intensa attività di insediamenti demografici di cittadini romani e soprattutto in virtù di un'impegno notevole nell'edilizia pubblica e privata, assunse notevole rilievo divenendo un cardine delle comunicazioni tra l'Italia, la "Francia" e genericamente il centro-nord Europa
RIPR. DI D. GNECH: ARCHIVIO FOTOGRAFICO APROSIANA DI VENTIMIGLIA