MENDATICA

Le prime antiche tracce di insediamento stabile sul territorio di MENDATICA in VALLE ARROSCIA (che ancora nella cartografia sei-secentesca cosnervata presso l'Archivio di Stato di Genova risulta avere le carattersistiche di un tipico BORGO RURALE CON TERRA LAVORATA A COLTIVI VARI) risalgono al periodo di dominazione longobarda e sono datate subito dopo il 644, quando gli invasori assediarono, occuparono e distrussero Albenga, costringendo la popolazione del luogo a risalire il corso dell'Arroscia e a rifugiarsi nelle alture dell'entroterra.
Il nome di luogo o toponimo si trova in documenti del XIII secolo: il nome sembra un derivato col suffisso -atico concordato coll'etimo villa. La base resta abbastanza oscura anche se si è avanzata l'ipotesi del nome personale Mendus di origine preromana (cosa che potrebbe far pensare a qualche insediamento rustico in epoca romana magari di ordine servile se non proprio del genere -sempre difficile da documentare- della VILLA RESIDENZIALE RUSTICA).
Si svilupparono così nuclei demici sparsi tra cui si ricordano Il Borgo, Le Case di S. Giacomo, La Faia, I'Arpiscella, i Cugni.
Quindi, per un processo di concentrazione demografica , si sviluppò uno stanziamento unico, nel sito ove appunto sorge MENDATICA.
Gli abitanti si dedicarono allora pr lentemente all'allevamento del bestiame, come è verificabile dall'esame resti degli utensili trovati, e in per di maggior sicurezza praticarono transumanza, raggiungendo in autunno nuovamente i pascoli ubertosi della costa. Nei secoli VIII e IX le scorribande Saracene lungo le coste liguri, allontanarono ancora dalla piana ingauna, sbocco orografico della Valle Aroscia, i pastori di questa zona che organizzarono denitivamente le attività sociali e prod tive a Mendatica.
Per sfruttare meglio le pot zialità territoriali, da giugno a settembre presero a spostarsi nelle circostanti alture creando le "Malghe", residenze estive montane, poste a raggera intorno paese.
Verso il 1000 Mendatica fu feudo imp riale, concesso poi ai Marchesi di Clavesana, dai quali nel XIII secolo Ottone un primo ordinamento democratico, che riconosceva agli abitanti il diritto di eleggere i propri amministratori.
Il paese giunse poi ai signori di Ventimiglia finché nel 1321 ottenne dal Conte Alberto di Garessio, feudatario di tale famiglia e titolare della Castellania di Cosio, il diritto di avere un notaio: questa soluzione era importante in quanto il riconoscimento di barie autonomie amministrative e e di alcune esenzioni fiscali.
Nel 1385 Mendatica si trovò ascitta con tutta la Valle Arroscia al DOMINIO DELLA REPUBBLICA DI GENOVA: il paese andò quindi a costituire con COSIO e MONTEGROSSO PIAN LATTE una CASTELLANIA nell'alta valle Arroscia che peraltro aveva frequenti contatti con Tenda e la valle del Roia:
Per la particolare ubicazione geografica MENDATICA sostenne anche ed a lungo la funzione di territorio cuscinetto tra la Repubblica Ligure ed il Ducato di Savoia i cui possedimenti si estendevano fin sulla riva sinistra dell'Arroscia.
Cultura e spiritalità di Mendatica sono provate dagli affreschi dell'epoca, di autore ignoto, con raffigurazione del Nuovo Testamento, all'interno della chiesa di S. Margherita del 1200 e successivamente nella costruzione della Chiesa parrocchiale (costruita in stile romanico, a tre navate, verso la metà del sec. XV: tuttora una delle più antiche FONTANE in pietra scolpita, conglobata dietro all'abside della chiesa è prova di un fervore notevole di opere).
Nel 1700, quando nei paesi limitrofi, Montegrosso e Cosio, furono costruite chiese di grandi dimensioni, la VECCHIA PARROCCHIALE DI MENDATICA fu demolita da parte dei fedeli e risultò riedificata, ma su un complesso architettonico assai più imponente di quello della vecchia chiesa, nel 1766 (progetto di mastro Domenico Belmonte di Gazzelli).
e derivò l'attuale CHIESA PARROCCHIALE che come si vede, è di gusto barocco-ligure, con le volte affrescate da dipinti di personaggi ritraenti cittadini del luogo, con una spesa di lire 12.000-11 campanile romanico fu conservato, seppure con alcune modifiche: una cuspide sostituì un duplice ordine di colonnati e vennero chiuse le finestre bifore dei lati nord ed ovest.
E' importante e venerata la CHIESA SANTUARIO DI S.MARGHERITA attorno alla quale si era sviluppato il BORGO o primigenio concentramento demico del paese.
Al suo interno sono custoditi affreschi cinquecenteschi di autore ignoto che ornano le LUNETTE con PARTICOLARI non privi di fascino.
Un altro edificio religioso è poi la chiesetta detta MADONNA DEI COLOMBI sita sul tragitto che conduce a Cosio d'Arroscia.
Dopo una lunga tradizione storico-amministrativa sotto Genova ai primi dell'800 Mendatica fu assegnata al Regno di Sardegna, sotto cui rimase fino alla nascita del Regno d'Italia.
Nell'opera di ricostruzione post-bellica dei primi anni della Repubblica, gli amministratori locali, al fine di fondare le premesse per una serena e sicura crescita umana del singolo e della collettività, reputarono importante riscoprire la propria identità, potenziare i valori umanitari del passato e riconoscere le radici culturali del luogo. In questa direzione si è sviluppata partita la ricerca dell'Emblema Araldico, vulminata con la concessione dello Stemma.
Lo STEMMA racchiude nella sua simbologia la storia di Mendatica ed il costituito da scudo a foggia sannitica, partito di rosso e di argento e simboleggiante: nel partito rosso - un leone rampante coronato d'oro che vuol rappresentare la Signoria della Terra di Mendatica che fu feudo imperiale, concessa ai Marchesi di Clavesana, passata successivamente ai Signori di Ventimiglia, e quindi alla Repubblica di Genova.
Una sorgente che sgorga dalla viva roccia rappresenta la ricchezza, della Terra di Mendatica, di acqua pura, limpida, fonte di vita che distribuisce generosamente a tutta la valle (questa ideazione è stata sviluppata sostenendo una correlazione etimologica tra l'attuale toponimo e il toponimo derivato "Manda-acqua": di diverso avviso, nel Dizionario di Toponomastica edito dalla U.T.E.T: di Torino la glottologa A.M. Petracco Sicardi invece scrive sul NOME DEL PAESE: "[questo è] più volte citato nei documenti dall'inizio del XIII sec...conserva nella forma ufficiale la fase più antica del toponimo mentre mendàiga
della dizione orale presenta la normale evoluzione fonetica dell'area dialettale ligure. Il toponimo è derivato dal suffisso -atico e concordato al femminile come attributo di villa; la base rimane incerta, forse il nome personale Mendus di origine preromana").
Nel partito d'argento una spiga di grano che vuol rappresentare il frutto del lavoro, per cui generazioni di agricoltori hanno alla fine, strappando alla terra di Mendatica, ottenendo una terra davvero frugifera.
Un albero di castagno, sempre nello stemma, rappresenta poi di questa pianta pianta che per secoli (sia tramite l'autoconsumo che la commercializzazione) permise la sopravvivenza per gli abitanti fornendo legna da co struzione e da ardere e il frutto abbondante, nutrimento essenziale specie quando quando le dure con- dizioni di vita non offrivano altra fonte di sostentamento.




Il paese di MONTEGROSSO PIAN LATTE sorge su un breve terrazzo in ALTA VALLE ARROSCIA aggrappato alle falde del MONTE MONEGA (1882 m.) cima più alta del territorio comunale.
Si trova ad un'altitudine di 721 m. sul livello del mare e domina la valle Arroscia.
E' formato da un unico nucleo costituito da un tessuto edilizio molto compatto che evidenzia i caratteri dominanti dei principali centri montani della Liguria di ponente...
MONTEGROSSO PIAN LATTE è nominato in una divisione fatta tra i CONTI di VENTIMIGLIA e gli Scarella signori di Garessio.
Esso formò una sola CASTELLANIA coi vicini paesi di COSIO e MENDATICA il cui STATUTO, tuttora esistente, fu redatto nel 1297.
Gli Scarella nel 1321 vendettero metà della Castellania ai LINGUILIA che divisero con Ventimiglia il territorio.
Nel XV secolo il paese pervenne quindi ai LASCARIS DI TENDA e subì gravi danni nel corso della guerra tra GENOVA e PIEMONTE SABAUDO del 1625...

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Tra gli edifici religiosi di MONTEGROSSO spicca naturalmente la PARROCCHIALE DI S.BIAGIO barocca come anche ben si vede dall'INTERNO ma che conserva il PORTALE LATERALE di una chiesa più antica, verisimilmente del XV secolo, con architrave lavorato secondo la tecnica dei maestri lapicidi di CENOVA.
Vicino al sito della parrocchiale, verso la metà del '400, era stato eretto l'ORATORIO DELLA SS. ANNUNZIATA con coronamento ad arco ribassato che si inserisce entro il timpano del tetto.
Merita poi di essere ricordata la CHIESETTA RURALE O CAPPELLA DELLA NEVE in "località Navette (Upega)" presso cui si recano tanti visitatori sia per godere la pace del luogo sia per rivivere l'attività dei tanti pastori che vi trascorrevano l'estate.
Gli appunti critici e le immagini sono stati assimilati dalla bella pubblicazione turistica sul borgo curata dal Comune e dalla Pro loco di Montegrosso Pian Latte-maggio 1999.


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