cultura barocca
Digitalizzazione/testo a cura di Bartolomeo Ezio Durante (da Biblioteca Privata)

Nell'antica Grecia la civetta era considerata sacra per la dea Atena (da qui il nome del genere, quello della specie riporta il nome latino dell'uccello = Athene noctua, uccello rapace notturno della famiglia degli Strigidae), dea della sapienza ed ancora oggi è raffigurata in molti portafortuna (e nell'antica Atene si riproduceva nelle monete della città come il "Tetradramma" dell'immagine) = si può anche intravedere un processo di rovesciamento dei culti passando dal paganesimo al cristianesimo nel fatto che in seguito la civetta, al pari di altri animali notturni, è considerato dalla popolare un animale che porta sfortuna sì che molti si augurano che non si metta a cantare sopra il proprio tetto.
Certamente è rientrata nelle figurazioni antifemministe e misogine atteso che con il termine civetta si intende anche una donna vanitosa, leggera, che ama farsi corteggiare attraendo ammiratori con atti e vezzi per lo più leziosi e poco naturali. Questa usanza è data dal fatto che questo rapace, quando veniva usato dai cacciatori come richiamo per ingannare i piccoli passeriformi, li attraeva con un particolare modo di battere le ali, con inchini, ammiccamenti e altri atteggiamenti simili che costituisce un irresistibile spettacolo per le potenziali prede. .