cultura barocca
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Nella tradizione, letteraria e non, i Ponti costituiscono la linea di passaggio, il discriminante fra due mondi e spesso anche in campo esoterico si delineava questa postulazione: il minuscolo ponte ligneo che qui sopra ben si vede su una riana forse sempre esistita può considerarsi il "segno", il "simbolo" che unisce e divide due mondi e due ere: per esso, nonostante gli interventi della modernità che talora si vedono in secondo piano ma giammai deturpano, si entra, anche od ancora (dobbiamo dire?), in virtù d'un viaggio virtuale fattibile, in un passato coinvolgente che potrebbe fungere da scenario per qualsiasi rappresentazione romanzesca e/o filmografica.
Se non fosse per certi dettagli, per i bimbi in particolare che, con la loro gioiosa presenza, segnano l'inizio della piacevole avventura e ne la sua seattestano mplicità scevra di pericoli, a patto di una guida adulta saggia, riflessiva e rispettosa dell'habitat, ciò che appare da questo punto potrebbe, qui come in altri luoghi d'Italia, appartenere alla scenografia di qualsiasi "film", magari ambientato nella lontana Amazzonia o in terre misteriose del Nuovo Mondo ove la vegetazione ha invaso intiere città di antichissime civiltà e ove il mistero aleggia ancora sulla linea sottile di un passaggio, magari sospeso proprio ed anche lì su un ponte fatto di giunchi o vecchio legno.
Anche questi luoghi sono la testimonianza di una civiltà antichissima purtroppo dimenticata quella che dall'epoca celto - ligure e quindi romana dei boschi sacri è passata attraverso le vicende dei Saraceni del Frassineto e la Riconquista Cristiana e quindi ancora la ripopolazione garantita dai Benedettini (naturalmente con la riappropiazione in forza anche di Cavalieri e Crociati e tragici conflitti dei Grandi Tragitti della Fede e del Commercio) ed ancora il passaggio dopo infinite esperienze storiche alla secolare cultura dei "Muri a Secco" i Macieri che hanno contribuito a segnare l'architettura ed il folklore di un un mondo che va scomparendo cosa che giammai deve accadere e di cui, i mentori di un turismo alternativo al mare o ai soliti concerti di piazza (alcuni davvero attivi ma altri troppo spesso volonterosi solo a parole, nell'occasione d' uno dei tanti, troppi convegni con banchetto...vero italico vezzo!) potrebbero e dovrebbero -specie se politicamente ed economicamente attendibili- valorizzare: monumenti di un'archeologia come questa, straordinaria perché ancora -ma non so per quanto ancora- in divenire attraverso la conservazione del pregresso, proprio mentre, dopo l'ormai digerito (pur dopo vari mal di pancia di esimi specialisti) caso dei "falsi Modigliani", una parte del mondo dell'arte e dell'archeologia ha ridicolmente vibrato prima del trempo -come troppo spesso accade- di bavosa eccitazione perché un subacqueo dilettante ha comunicato ai quattro venti la scoperta di un' antica armatura che si è rivelata quasi subito -ma non con la premura necessaria onde evitare orgasmi intellettuali, per sperati "scoop", giornalistici a frettolosi divulgatori mediatici- lo squallido reperto di un radiatore abbandonato, come spesso accade, al mare giudicato "discarica" da tanti ineducati .... anzi da tanti autentici brutalizzatori della bellezza naturale! di ogni bellezza ....perché, e ben lo vediamo ad importanti e reali reperti archeologici quanto a splendide strutture boschive (senza per questo citare l'oscena e attuale piaga degli incendi) fin troppi inqualificabili e criminali imbecilli, da oggi come forse da sempre perché la madre degli idioti è perennemente gravida, attribuiscono ancheun'altra valenza .... quella di contenutori di rifiuti da poter smaltire senza pagare e senza adempiere agli obblighi di legge!

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