cultura barocca
informatizzazione a cura di Bartolomeo Durante

"Vincenzo de' Paoli, nome originale Vincent de Paul (Pouy, 24 aprile 1581 – Parigi, 27 settembre 1660), è stato un presbitero francese, fondatore e ispiratore di numerose congregazioni religiose come la Congregazione della Missione i cui membri sono comunemente denominati “Lazzaristi”, le "Dame della carità” e, poco più tardi, anche le Figlie della carità, di estrazione sociale più bassa rispetto alle Dame.
È stato proclamato santo il 16 giugno 1737 da papa Clemente XII.
È considerato il più importante riformatore della carità della Chiesa cattolica.
La missione apostolica, secondo san Vincenzo, non era un semplice corso di prediche, ma un'azione pastorale destinata a risolvere i problemi spirituali e materiali delle popolazioni depresse.
La metodologia procedeva secondo le seguenti fasi: un missionario interveniva in un villaggio povero, dove era istituita, “in loco”, un'équipe chiamata la “Carità”, formata perlopiù da madri di famiglia o vedove, in seguito erano “ordinati” dei sacerdoti affinché nascesse una nuova parrocchia.
Ogni missione si caratterizzava per flessibilità e mobilità.
Flessibilità nel senso di adattare le proprie capacità di soccorso ai bisogni nuovi con personale permanente, ad esempio, nel fornire medicinali in famiglia o nel garantire un'istruzione ai figli; mobilità nel senso di non rimanere legati al proprio territorio, ma conoscere e scoprire sacche di povertà altrove.
In questo senso la missione procedeva attraverso un ciclo dinamico.
La distribuzione delle provvidenze era resa più abbondante mediante la pubblicazione e la diffusione ovunque di un bollettino mensile, le Relations, che descriveva i bisogni degli assistiti e forniva una relazione particolareggiata di quanto svolto.
Le Figlie della carità di San Vincenzo de' Paoli rappresentano la più originale e caratteristica innovazione di San Vincenzo, che aprì una nuova strada alle donne consacrate.
Non più chiuse in un convento, ma sparse nelle vie del mondo a servizio dei bisognosi dovunque si trovassero: case private, ospedali, ospizi, carceri, asili, scuole.
Attualmente vi sono nel mondo circa 37.000 in 3.600 case. In Italia sono circa 5.000.
Oltre ai tradizionali voti di povertà, castità e obbedienza introdusse il voto di stabilità ovvero la perseveranza nel servizio ai poveri. San Vincenzo, in tal senso, era preoccupato che i missionari si adagiassero a rimanere in un posto anziché partire per una nuova missione.
Tale precarietà residenziale era, comunque, fonte di diversi disagi e un profondo senso di stress per i membri della compagnia.
A volte li supplicava di restare o di tornare: "Quando passiamo per un altro paese, vediamo soltanto quello che ha di piacevole; ma quando ci viviamo, sperimentiamo ciò che ha di penoso e di contrario alla natura".
Secondo Bruno Bortoli, sociologo e assistente sociale, Vincenzo ebbe un fondamentale ruolo nell'introdurre nuovi metodi di assistenza, primo fra tutti la visita domiciliare: "Il principio assistenziale di San Vincenzo si reggeva sulla divisione dei poveri in tre categorie: 1. i fanciulli, i vecchi, gli storpi e gli infermi; 2. coloro che col lavoro si guadagnavano solo la metà del necessario.
3. coloro che potevano guadagnare solo il quarto del necessario.
Le sue umili origini sociali influenzavano le sue proposte per trovare i mezzi proporzionati all'entità della povertà da sovvenire, mentre faceva in modo che l'assistenza non limitasse il dovere di lavorare che spettava a chiunque secondo le sue possibilità.
Fu così il primo a sostituire al tradizionale sistema dell'elemosina indiscriminata, saltuaria e spesso socialmente dannosa, quella del “soccorso ordinato”, selezionato e rispondente alla natura e all'entità del bisogno.
Inoltre, anziché un funzionario ligio al regolamento ma indifferente alle condizioni di indigenza, era una persona sensibilizzata ai bisogni del singolo individuo".
Un'ulteriore iniziativa da lui intrapresa fu tesa a migliorare le condizioni di vita dei condannati alle galere e, grazie alla sua posizione, riuscì effettivamente a ottenere un notevole miglioramento dei detenuti, soprattutto per gli inabili al lavoro.
Per tali motivi san Vincenzo è considerato da tutti il santo patrono delle carceri e un grande riformatore del servizio penitenziario.
Abelly L. (1664) La vie du venerable serviteur de Dieu Vincent de paul, insituteur et premier superieur general de la Congregation de la Mission, Paris (ed. anastatica, Piacenza, 1986).
Calvet J. (1948) Saint Vincent de Paul, Paris.
Cognet L. (1959) Saint Vincent de Paul, Paris. Collet P. (1748) La vie de Saint Vincet de Paul, instituteur de la Congregation de la Missione et des Filles de la Charitè, 2 voll., Nancy.
Coste P. (1934) Il grande santo del gran secolo, il signor Vincenzo, 3 voll., Roma.
d'Argenson V. (1900) Annales de la Compagnie du St. Sacrement, Beauchet-Filleau, Paris.
Dodin A. (1960) Saint Vincent de Paul et la charitè, Paris.
Giordani I. (1981) San Vincenzo de' Paoli, servo dei poveri, Roma, CLV.
Martin H. (1858), Histoire de France depuis les temps les plus reculés jusqu'en 1789, Paris, Furne.
Mezzadri L. (1986) San Vincenzo dePaul. Una carità senza frontiere, Cinisello Balsamo (MI), CLV.
Miquel P. (1996), Vincent de Paul, Fayard, Paris ISBN 2-213-59628-X.
Roman J.M. (1986) San Vincenzo de Paoli. Biografia, Milano.
Studi vincenziani
Maloney R. (1995) In comunità al servizio dei poveri, Roma, CLV. Mezzadri L. (1980) Le conferenze di San Vincenzo de Paoli. Note critiche e tradizione spirituale, in “Annali della Missione”, 87, pp. 340-347.
Mezzadri L. (1992) La sete e la sorgente. Introduzione agli studi vincenziani, Roma, CLV.
Mezzadri L. (2003) Dizionario storico spirituale vincenziano, Roma, CLV.
Riccardo C. (1998) Spiritualità vincenziana, Roma, CLV.
" [da Wikipedia l'enciclopedia libera on line]

CLICCA QUI PER RITORNARE AL TEMA DEI POVERI E DEL PAUPERISMO