cultura barocca
IL "DISCUSSO" MATRIMONIO TRA L'IMPERATORE ELIOGABALO E LA VESTALE AQUILIA SEVERA VEDI COSA SCRISSE NELLA SUA OPERA LA SEMPLICITA' INGANNATA SUOR ARCANGELA TARABOTTI, LA RIVALE DI APROSIO NEL DIBATTITO SU FEMMINISMO ED ANTIFEMMINISMO IN MERITO ALLE SACERDOTESSE VESTALI E SULLA LORO FACOLTA' COMPIUTI I 30 ANNI DI ABBANDONARE LECITAMENTE LO STATO SACERDOTALE= IN MERITO ALL'INDAGINE ANTIQUARIA E STORICA SULLE SACERDOTESSE DELLA DEA VESTA SI VEDANO QUI LE VESTALI NELL'INTERPRETAZIONE DEL SEICENTESCO ANTIQUARIO G. B. CASALI ED ANCORA UNA VESTALE (CON IMMAGINE E RELATIVA TRATTAZIONE) NELL'INTERPRETAZIONE DEL MUSEO COSPIANO ANNESSO A QUELLO DEL FAMOSO ULISSE ALDROVANDI (LIBRO V) = NELLA FOTOGRAFIA SOPRA PROPOSTA SI RICONOSCE LA "CASA DELLE VESTALI" E POI CLICCANDO SUL SEGUENTE COLLEGAMENTO MULTIMEDIALE, IN FOTO ANTIQUARIA, VEDESI IL TEMPIO DELLE VESTALI MENTRE ANCORA DA QUESTO IMPONENTE REPERTORIO OTTOCENTESCO DI F. LUBKER SI PUO' STUDIARE LA TIPOLOGIA, CON NOTIZIE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI, DI QUESTE SACERDOTESSE DI ROMA ANTICA ove tra le tante prerogative di queste sacerdotesse dedite al culto di VESTA DEA PROTETTRICE DEL FOCOLARE DOMESTICO si fa menzione delle grandi responsabilità delle VESTALI ROMANE come quelle di MAI FAR SPEGNERE IL FUOCO SACRO CON LA PENA MASSIMA IN CASO DI CONGIUNGIMENTO CARNALE CON UN AMANTE QUELLO DI ESSER SEPOLTE VIVE NEL "CAMPO SCELLERATO": quest'ultimo tema terribile venne ripreso nel XIX secolo entro questa ormai ingiustamente misconosciuta quanto pregevole "CANTICA" di LUIGI SCALCHI intitolata LA VESTALE AL CAMPO SCELLERATO ( IN QUESTO COLLEGAMENTO DIGITALIZZATA NEI TRE ATTI CHE LA COMPONGONO): opera nella quale l'autore, in una sorta di riscatto delle donne di ogni tempo e civiltà ai fini dell'affermazione del proprio diritto all'amore con il rigetto di qualsiasi costrizione religiosa fa parlare lo spirito di una SACERDOTESSA VESTALE, CONDANNATA AD ESSER SEPOLTA VIVA CHE , AVENDO VIOLATO PER AMORE IL VOTO DI CASTITA', SI RIVELA COME SPIRITO A UN DAPPRIMA TERRORIZZATO VIANDANTE, IL QUALE STA ATTRAVERSANDO I CAMPI CON RUDERI DI TOMBE ROMANE COMPRESO QUELLE DEL CAMPO DETTO "SCELLERATO" PER ESSERVI INUMATI I DANNATI A MORTE PER INFAMIA, NARRA LA SUA STORIA DI AMORE E MORTE
In base a quanto scritto da Aulo Gellio - Noctes Atticae, I, 12, 1-7 - " una fanciulla per essere ascritta tra le Vestali doveva avere i genitori viventi, non doveva avere difetti nella pronuncia, né difetti fisici. Diversi erano poi i motivi per cui si era esentati dal servizio, come l'essere sorella di una vestale, figlia di un flamine o di un flautista di sacrifici, sposa di un pontefice" = come qui si può vedere qui da una statua del parco archeologico del Colosseo le Sacerdotesse erano riconoscibili oltre che per le vesti, per un'elaborata acconciatura a trecce, i "seni crines", portati attorcigliati sul capo e sormontati da un'infula (benda sacra) che girava in più spire e terminava in due bende finali, che ricadevano sulle spalle. Il tutto era coperto da un velo fissato da una spilla, simile a quello delle spose)
Divenuto il credo niceno religione di stato nel 380 con l'editto di Tessalonica, a partire dal 391 Teodosio I, con una serie di decreti, proibì il mantenimento di qualunque culto pagano e il sacro fuoco nel tempio di Vesta venne spento, decretando la fine dell'ordine delle Vestali. Ferdinand Gregorovius descrive così la scena finale, all'ingresso di Teodosio in Roma:
"I cristiani di Roma trionfavano. La loro tracotanza arrivò al punto, lamenta Zosimo, che Serena, sposa di Stilicone, entrata nel tempio di Rea, prese dal collo della dea la preziosa collana e se la cinse. Assistendo a questa profanazione, l'ultima vestale versò lacrime disperate e lanciò su Serena e su tutta la sua discendenza una maledizione che non andò perduta"