Inf. Durante

Situata a poco più di quaranta chilometri da Siena, Montalcino prende il suo nome dai lecci che in fitte macchie, coprivano un tempo la collina su cui sorge.
La città, fondata sembra nei primi decenni del X secolo dai profughi della città di Roselle, mantiene pressoché intatta la struttura urbanistica risalente al medioevo, periodo del suo massimo splendore e più forte espansione.
Le tormentate vicende storiche e le esigenze difensive hanno dato a Montalcino un aspetto caratteristico.
Dai viali lungo le mura si ammirano panorami che sembrano dipinti dai pittori del Trecento senese.
Gli spazi vuoti, le piazze, i giardini, gli orti coltivati a viti ed olivi sono in rapporto e fanno da contrappunto alle strade fiancheggiate dalle case serrate a schiera e agli edifici maggiori.
La Fortezza, le chiese, le stradine ripide alternate da scale, i chiassini, il Palazzo Comunale con la sua agile torre ci riportano indietro nel tempo, ad epoche lontane e ricche di fascino.
I ritrovamenti di reperti neolitici vicino al corso dell'Ombrone, presso Badia Ardenga e le scoperte di tombe etrusche e romane in diverse località del comune, attestano fin dalle più lontane epoche la presenza di una maglia abbastanza fitta di insediamenti rurali.
Risalirebbero invece alle prime età barbariche la fondazione di alcune pievi ancora esistenti come S. Restituta e Sesta.
Alla fine del secolo VIII viene fondata, forse da Carlo Magno, l'abbazia di S.
Antimo.
I primi nuclei abitativi di Montalcino, nominato per la prima volta in un documento del 1814, nascono sotto la tutela feudale di quei monaci e si sviluppano pienamente in epoca comunale raggiungendo una notevole importanza politica e militare per la sua posizione strategica sull'antica via Francigena.
Da questo nasce il conflitto con Siena che, iniziato alla fine del secolo XII, si protrae per oltre settanta anni.
In questo periodo gli assedi e le guerre si alternano a paci instabili ed a patti che vengono infranti alla prima occasione.
La battaglia di Montaperti (1260) pare segnare la resa dei conti definitiva e i senesi progettano di distruggere Montalcino, ma pochi anni dopo la situazione cambia; i ghibellini vengono cacciati da Siena e con la parte guelfa i montalcinesi firmano un trattato di alleanza che garantisce loro una sostanziale autonomia.
Nel 1361, dopo un tentativo di ribellione, viene riconosciuta ai montalcinesi la cittadinanza senese.
Segue un periodo di relativa pace e si incrementano le attività economiche esistenti: l'arte della ceramica, le conce e la lavorazione del cuoio, della lana, del legno e del ferro.
Si precisano inoltre i rapporti economici con Siena da cui, nel 1404, viene acquistata la potestà di riscuotere i tributi e, negli anni successivi, tutta una serie di esenzioni fiscali che favoriscono lo sviluppo economico.
Nel 1462 Pio II eleva Montalcino al rango di città e di sede vescovile.
Poi ancora la guerra; nel 1526 e nel 1553 la città subisce degli assedi che però vengono respinti grazie anche al concorso della popolazione.
E dal 1555 al 31 luglio del 1559 si svolge nella città l'epopea dell'ultimo stato libero italiano, la Repubblica di Siena ritirata in Montalcino.
L'annessione allo stato mediceo non provoca sconvolgimenti di rilievo a Montalcino, che mantiene la sua importanza come centro produttivo e commerciale.
Nella seconda metà del '600 sono attive circa 140 botteghe di artigiani e commercianti e l'attività principale è la concia del cuoio e la fabbricazione di scarpe.
Alla fine del secolo successivo le riforme leopoldine e poi quelle napoleoniche sopprimono tutta una serie di istituzioni di origine medioevale.
Nell'800 le condizioni economiche sono cambiate, l'attività Prevalente è quella agricola che continua ad essere attuata col sistema mezzadrile.
In questi anni vari montalcinesi partecipano alle vicende risorgimentali; alla fine del secolo nascono le prime società operaie di mutuo soccorso.
La Grande Guerra costa a Montalcino 144 caduti; nel 1920 i partiti di sinistra vincono le elezioni.
Poi il ventennio fascista e la guerra che ancora ritorna nelle nostre contrade.
Gli anni'50 sono segnati da una gravissima crisi dell'agricoltura che determina una forte emigrazione.
Alla metà degli anni '60 i primi segni di ripresa con limitati esperimenti di industrializzazione.
Ma è con l'agricoltura specializzata, ed il Brunello ne è il prodotto principale, che Montalcino trova la sua vera vocazione.
Questa, però, è cronaca dei nostri giorni.
I Musei Riuniti sono una istituzione molto recente e raccolgono le opere che prima venivano conservate separatamente nel Museo Civico e nel Museo Diocesano di Montalcino.
Il primo fu istituito in maniera definitiva alla fine degli anni cinquanta nei locali dell'ex Ospedale di S. Maria della Croce (ora Palazzo Comunale di Piazza Cavour) con le opere provenienti da istituzioni e chiese montalcinesi.
L'altro ebbe origine nel 1925 in occasione della Mostra di Arte Sacra, quando furono raccolti dipinti e statue che provenivano da chiese e conventi di tutta la diocesi.
All'inizio degli anni ottanta un accordo tra Amministrazione Comunale e Curia Vescovile ha sancito la nascita dei Musei Riuniti, ospitati nei locali dell'ex convento di San Agostino.
Le principali opere presenti sono: crocifisso di scuola senese della fine del XII secolo, tavole anonime di scuola senese del XII e XIV secolo, opere di Luca di Tommè, Bartolo di Fredi (tra cui i capolavori "Deposizione dalla croce" e "Incoronazione della Vergine"), Andrea di Bartolo, Sano di Pietro, Benvenuto di Giovanni, Girolamo di Benvenuto, Guidoccio Cozzarelli, Sodoma, Bartolomeo Neroni detto il Riccio; sono esposte alcune bellissime terrecotte robbiane ed una raccolta tra le più complete di "maiolica arcaica" del XII e XIV secolo, di manifattura montalcinese; di grande interesse la "BIBBIA ATLANTICA" miniata da artisti senesi del secolo XII ed infine numerose statue lignee policrome del XIV e XV secolo.
E' presente anche una sezione archeologica con reperti provenienti dal territorio montalcinese dell'età neolitica, del bronzo, del ferro, urne cinerarie e vasi etruschi, suppellettili e oggetti ornamentali di tombe etrusche e romane.