Il territorio Feltrino comprende la parte occidentale della valle del Piave che con pendii si salda alle pendici delle montagne (massima elevazione è la cima dolomitica del Sass de Mura, m 2550) che costituiscono una zona di contatto tra l'area dolomitica e quella prealpina.
Gran parte del territorio alpino, unitamente alla zona umida di Celarda lungo la sponda destra del Pieve, è costituito in riserve naturali per l'alto valore floristico, biologico e paesaggistico.
La parte occidentale dell'area, confinante con la Valsugana, gravita attorno al bacino del torrente Cismon tra gli altipiani di Lamon e di Sovramonte.
Fatta eccezione per i centri principali posti a fondovalle (Feltre, Santa Giustina, Fonzaso, Arsié, ecc.) o sui terrazzi (Lamon, Sovramonte), gli insediamenti minori sorgono lungo la fascia pedemontana soleggiata.
Centro principale è la città di FELTRE (325 m): attorno all'insediamento storico più antico aggrappato sulle pendici di un colle, si sviluppano verso Nord i quartieri moderni.
Dopo i più remoti insediamenti retici e paleoveneti, Feltre diventò dominio di Roma a partire dal Il sec. a. C. ed assunse peso rilevante, economico e militare, data la sua posizione di confine.
Tra le città venete, FELTRE è indubbiamente una delle più pittoresche ed interessanti, anche perché la parte moderna non si sovrappone all’antica, chiusa entro le mura.
Dopo i più remoti insediamenti paleoveneti, Feltre diventò dominio di Roma a partire dal II secolo a. C.: di questo periodo restano numerose tracce, che affiorano frequenti dagli scavi periodicamente condotti.
La città assunse peso strategico, economico e militare rilevante in quanto era situata, in posizione di confine, sull’importante Via Claudia Augusta Altinate, che congiungeva il basso Veneto alle regioni danubiane della Germania.
Più volte conquistato e devastato dai barbari (Visigoti, Unni, Alani ed altri), dopo l’ultimo saccheggio da parte dei Longobardi di Alboino il centro fu trasferito sul colle attuale, dove potè essere fortificato e meglio difeso.
Al termine della dominazione dei Franchi, divenne terra dell’Impero che, alla fine del X secolo, consegnò Feltre al governo di un’oligarchia di famiglie locali.
Con il venir meno dell’autorità imperiale, si andò consolidando quella dei Vescovi-Conti, che acquisirono giurisdizione civile, oltre che religiosa, su un vastissimo territorio che comprendeva, con il Feltrino, anche la Valsugana ed il Primiero.
Città ghibellina al tempo del Barbarossa, fu divisa da ampie discordie con la vicina e rivale Treviso.
Alla signoria di Ezzelino da Romano seguì quella dei Caminesi e degli Scaligeri, finché nella prima metà del Quattrocento Feltre legò stabilmente le proprie sorti a quelle di Venezia, la cui Repubblica la governò fino al 1796.
In questo lasso di tempo subì nel 1510 la rovinosa distruzione da parte delle truppe di Massimiliano d’Asburgo, che uccisero moltissimi cittadini e bruciarono un considerevole patrimonio d’arte.
Subito dopo seppe rapidamente risorgere grazie ai commerci ed alla produzione locale e le testimonianze sono visibili nelle case affrescate di via Luzzo, via Mezzaterra, piazza Maggiore e via Tezze.
Nel 1797 i francesi occuparono la città, depredando chiese, edifici pubblici e privati; alle ruberie si aggiunse lo scalpellamento dei Leoni di San Marco e delle numerose lapidi scolpite, in segno di spregio verso la Serenissima.
Con il trattato di Campoformio di quell’anno, Feltre divenne dominio austriaco e, dopo il Risorgimento, nel 1866, con plebiscito unanime, si unì al Regno d’Italia.
Durante la prima guerra mondiale, il Feltrino divenne base di operazioni militari e fu invaso dopo la rotta di Caporetto, subendo gravissimi danni.
Nuovamente occupato dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, il territorio fu importante zona operativa delle formazioni partigiane.
Negli anni Cinquanta e Sessanta Feltre si è qualificata anche sotto l’aspetto dell’istruzione, con l’apertura dell’Istituto Universitario di Lingue Moderne.
Il centro storico ha conservato un aspetto caratteristico ed inconfondibile, con numerose chiese (San Rocco, Santissima Trinità, San Giacomo, San Giovanni Nepomuceno), palazzi prestigiosi, musei e soprattutto con la splendida Piazza Maggiore, dominata dalle Fontane Lombardesche.
Il cuore religioso di Feltre è posto appena fuori le mura, con la Cattedrale nel cui sottosuolo sono stati operati degli scavi archeologici , ora aperti al pubblico.
Forse fu ancora lo Scienza il tramite per l'arrivo in città di Tullio Lombardo cui spetta il monumento funebre a Matteo Bellati nel presbiterio della Cattedrale (1528), una tra le ultime opere del grande scultore, significativa per le chiare geometrie di natura classicistica.
Anche il territorio fu coinvolto attraverso emulazione e decoro che produssero nelle campagne circostanti e sui colli vicini ville e case padronali in competizione con le più raffinate residenze urbane.
Nel frattempo i solerti Rettori veneziani esigevano i tributi e controllavano i luoghi d'interesse strategico che più di tutto stavano a cuore alla Serenissima.
La crisi di Venezia coinvolse anche il Feltrino con una netta diminuzione della popolazione e la crisi delle attività economiche.
L'indebitamento raggiunse punte altissime; ma nonostante tutto l'aristocrazia continuò ad esercitare il pro prio splendore nel fasto ozioso di ville suggestive e scenografiche come quella dei Pasbie a Pedavena.
Nel 1797 i francesi occuparono la città, depredando chiese, edifici pubblici e privati; alle ruberie si aggiunse lo scalpellamento dei Leoni di S. Marco e delle iscrizioni ad umiliazione della città ed in spregio della Serenissima.
Con la soppressione e chiusura di ordini religiosi e conventi fu segnata la sorte di importanti centri culturali, storici e religiosi.
Scomparvero così i monasteri di S. Chiara, di S. Maria del Prato e di S. Spirito la cui ricchissima biblioteca fu devastata e dispersa.
A seguito del trattato di Campoformio (1797) anche Feltre diventò dominio austriaco.
Dopo le guerre del Risorgimento, che fu sentito e praticato con calore, nel 1866 la città con plebiscito unanime si unì al Regno d'Italia.