LETTERA DI UNO SCHIAVO IN ALGERI

" Carissimo Cognato, questa sera per darli aviso como per la gratia di Dio sono sano et anchor li miei figlioli et le vostre anchor stano benisimo et vi si racomandano et ogni giorno stavo inseme con luoro. Et perche avemo inteso qua in Algeri che voleno venir per Taglia et per quanto ho inteso che Aciovall deve meter in ordine schale di corde et ganci di fero, pero vi prego abiatevi bona cura et fatte far che siatte sicuri perche questi sono grandamente disperati per non aver fatto prese nisune.
Et vi prego che faciate intendere a questi nostri in Taglia che s'abiano bona cura peroche una sera over matina ne veranno sopra che non ve ne acorgerete; et hora cominciano a stirminar trenta o trenta cinque vaselli, questo di 16 luglio presente, siche vi prego caramente farlo intendere per sino in signoria aciò possano dar ricapito a le sue terre.
Et queste l'ò avuto da renegatti che stano sopra li vaseli molto secretamente et m'ano ditto che portera doi o trei canoni per mettere in terra. Et potete intendere quali che sono che m'ano ditto tale cosa che sono paesani nostri, et uno paesano che stava con doi cento Turchi che volevano andar a Barauccho et se il capitano loro non era ferito di dui archibusate lo pigliavano.
Però fatteli intendere che m'ano ditto che li voleno tornar; et che sono statti per sino in San Salvator et anchor li farete intendere a quelli di Seriana che faciano bona cura che anchor loro sono in la orma.
Et doi nostri paesani che fanno questo officio di volerli portar li ano promessi di farli pigliar un milion d'oro et per questo li vene di bona voglia. Et vi dicho di più che portano sto capano* per derivar le muraglie et pali di ferri venti cinque. Et vi dicho che li avesino quando che venero. Et questo ve lo dicho che li ò visti me di veduta.
Et ho veduto comperar li organi et li ferri per far le ostie, non me li à voluto donar che li dava scudi vinti cinque. Et li libri del convento. Et un renegatto che e statto in lo convento et che a veduto doi Turchi che tiravano friciate a Nostra Dona et che le tiravano in ochi et mi ha detto che subito che furno in Cattalogna le prime archibusatte che furno tiratte li donar in li ochi a loro, però a me pare che sia statto gran miracolo che a fatto il Signor Idio in castigarli del medesimo flagelo.
Et anche dite a queli del Castela che faciano le porte di ferro che se li an fatto mai di bisogno li faran hora.
Et non mi ocorendo altro se non che fattene bona provisione in le tere et statte de bon animo et combattete valerosamente per amor di Dio, et per la fede nostra et nostre robe et figlioli.
Et ancor mi vi ricomando con li miei figlioli et a mia molgera io l'o mandata et mi ricomandate a le mie sorele et a miei cugnati et parenti et amici, et mi ricomandate a mio socero messer Giorgio Barla, et a tutti li suoi di casa.
Et il figlio di Bastian Cergo se ricomanda bene a sua madre et a suo barba Berto Filipi et che non si pigliano fastidio di ricattarlo che tiene speranza in io che lo debia aiutar.
Et Filipo Nivoron se ricomanda a sua molgera et a li suoi figlioli et parenti et amici. Simon Garibaldo se ricomanda a sua sorela et a suo cugnato Batista Filipo condam*... et lo prega che venda tutto il suo et che lo mandano a ricattar, et li da posanza che possano vendere ogni cosa et li prega che se nisun (qualcuno) li volesse impedir, che vada in Signoria che li darian un dicreto che possa vendere. Ne altro.

Da Algeri il dì 20 luglio 1564.

Et vedo ogni giorno questi nostri di Pompiana et li pregano che li vogliano ricattar afinche non debiano rinegar la fede. Il figlio di Simon del Cogno che sta in Fesa se mi dattano aviso che lo facio rischatar; il patron di mia figlia mi à promesso che lo farà portare in Algeri overo, se voro andar, mi mandarà con merchanti et tornar con merchanti.

Vostro bon cugnato

Giacomo Filipo condam* Antonio".

* intendi = copano; condam per quondam = "figlio del fu".