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RIPRODUZIONE E INFORMATIZZAZIONE DI BARTOLOMEO DURANTE























LETTERA (QUI SOPRA RIPORTATA NELLA PARTE FINALE CHE SI CONGIUNGE A QUELLA DEL TESTO A STAMPA) AD ANGELICO APROSIO DI LORENZO LEGATI DA BOLOGNA, DATATA 6 LUGLIO 1673: CUSTODITA IN BIBLIOTECA UNIVERSITARIA DI GENOVA - EPISTOLARIO APROSIANO
VI SI LEGGE:
"...verso il fine del secolo scorso in 4° con bellissime figure. Egli la desidererebbe per ristampare l'opera con le medesime figure ogniqualvolta si potessero queste havere, pagandole quello fusse d'equità.
Le procureranno da Venezia qualche copie delle Poesie del Signor Piccinardi ivi ristampate dalli Combi, e La nou come mi significa il Signor Bonomi.
Il Signor Scarlattini [peraltro autore (da pagina XIX) di più composizioni liriche per la "Biblioteca Aprosiana"] la riverisce di bel nuovo di tutto spirito.
Ha finito il suo Epicuro, come gli scrissi nella passata.
L'errore occorso ne fogli trasmessi costà fu avvertito anco da me, che però egli subito mandò due frontespicij al Signor Cavana. L'opera è del suddetto Signor Ottani, quantunque publicata sotto nome d'uno de' suoi discepoli. Non haverei ciò notificato, se l'ingratitudine del discepolo non l'havesse fatto conoscere indegno di tanto honore. Plinio Figna Pione non è altro che Filippo Ottani [citato spesso da Aprosio nell'indice della "Biblioteca Aprosiana", per cui l'Ottani anche aveva composto una lirica encomiastica: il bibliotecario intemelio alle pp. 585 (fine) - 586 (inizio) della "Biblioteca Aprosiana" ne registrò un elogio poetico per il Malvasia]. Il quale tiene all'ordine un tomo di sonetti per darli alle stampe fuori del mese seguente.
I Peplij Italiae del Toscano non li ho veduti onde mi riusciranno gratissimi gli epigrammi che mi menaria sopra i Cremonesi.
Quanto alla 2° parte della sua Biblioteca, godo che sia proseguita. Ne deve Vostra Paternità, per mio avviso, riguardare alla difficoltà de' tempi correnti, per finirla, perché compiuta che sia, può nascere in un momento l'ordine di stamparla che seconda sempre le buone intenzioni.
Del Signor Cardinal Bona ho veduto alcune opere, ma non giammai Versi. Hora ch'ella me lo avvisa, non mancarò di darli luogo conveniente nell'Ateneo.
Quel componimento mio ch'ella dice d'haver veduto, ne' fogli mandatigli dal Signor Ottani, di Greco, non è Lirico, ma è un'Idillio alla Teocritica: Ciò motivo solo, perché s'ella per fortuna ne facesse menzione non l'appelli Ode, ma Idillio. E mi confermo al solito
Della Vostra Paternità Molto Reverenda
Bologna 6 Luglio 1673, dalla stamparia de Manolessi
Devotissimo et Obligatissimo Servitore
Lorenzo Legati"