cultura barocca
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Per Rodolfo Francesco Carlo Giuseppe nato il 21 agosto 1858 nei castelli di Laxenburg, presso Vienna, primo (ed unico) figlio maschio dell'imperatore Francesco Giuseppe e dell'Imperatrice Elisabetta (la celebre "Sissi" cinematografica) era ormai giunta l'età di scegliere una sposa, ma secondo le costumanze in essere da secoli fra le Case Regnanti si trattò di un matrimonio di stato ed in effetti fu suo padre a decidere per lui quale fosse la migliore donna per salvaguardare il destino della sua casata e del suo trono. Il 10 maggio 1881, Rodolfo sposò quindi la principessa Stefania del Belgio, figlia del re dei belgi Leopoldo II e di Maria Enrichetta d'Asburgo-Lorena, il che la rendeva imparentata con la dinastia regnante in Austria. La cerimonia venne celebrata nella antica Chiesa degli Agostiniani di Vienna, con la pompa e lo splendore di un matrimonio di stato: di cui sopra si vede il conio di una splendida medaglia commemorativa dell'evento sopra proposta e proveniente da collezione privata.
Rodolfo sembrava inizialmente sinceramente innamorato, nonostante la madre giudicasse la nuora come una "sciocca impacciata" = Imperatrice Elisabetta (la celebre "Sissi" cinematografica) era effettivamente bellissima ma il suo carattere non era dolce come quello rappresentato nella finzione ma il giudizio verso la nuora non era volutamente cattivo, semmai voleva rappresentare una donna da lei diversa (e forse anche più adatta ai programmi istituzionali e rappresentativi di una monarchia) = eppure procedendo sin dai tempi di Roma antica per poi vieppiù acuirsi dal Medioevo sotto la sanzione biblica avverso Eva la giovane sposa di Rodolfo, appunto Stefania Principessa del Belgio, rappresentava la donna istituzionale con tutte le sue debolezze e le sue ritrosie sessuali aggiunte ai principi della necessaria subordinazione all'autorità maschile determinata -su basi aleatorie- puranco per via medica tanto sotto il profilo fisico che a riguardo della postazione emotiva con l'aggravante che nell'Ottocento, proprio ai tempi di cui si parla, quella pretesa di fragilità psicologica ed umorale che aveva finito per classificare il carattere femminile con l'appellativo di "lunatico" donde "Le Lunatiche" fu sanzionata -a riguardo delle donne- con ulteriore rigore e su più credibili basi scientifiche dalle epocali scuole mediche in antitesi con le teorie di Mesmer quindi in totale avversione -nonostante i successi spesso attribuitigli- al Mesmerismo inteso quale pratica del Magnetismo Animale di maniera che alla fine ufficialmente, indubbiamente anche per la pressione esercitata dalle suddette scuole mediche, la "Scuola di Mesmer" anche
venne condannata dalla stessa Sede Apostolica in forza di una deliberazione dell'Ufficio della Santa Inquisizione come forma di moderna ma sempre magica fascinazione, sepecie sui "soggetti emotivamente più deboli tra cui si scrivevano le donne", ad opera dei magnetizzatori.
Stefania dal canto suo era stata educata e preparata a questo matrimonio con l'idea della moglie di un monarca del XIX secolo, ovvero con la funzione di "produrre eredi" per garantire la continuazione al trono e per questo più che amore si può dire avesse una sorta di riverente devozione nei confronti di Rodolfo =
non è certo un'eresia affermare che per quanto ai massimi livelli sociali
Stefania incarnasse quel tipo di donna istituzionale che, nell'ambito di una subordinazione storica della donna all'uomo, era il solo tipo di moglie accettabile per ogni ceto, specie da quello medio-alto al livello delle grandi Case
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Francesco Giuseppe l'aveva scelta per via del suo carattere sottomesso, per la provenienza da una famiglia reale d'Europa e per la sua profonda religiosità cattolica, il che avrebbe contribuito a rinsaldare il tradizionale legame tra il trono imperiale e lo Stato della Chiesa.
Il rapporto, in seguito, degenerò progressivamente ed all'epoca della nascita della loro unica figlia, l'arciduchessa Elisabetta, il 2 settembre 1883, il matrimonio era già in crisi e Rodolfo si rifugiava nel'alcool.
Questa crisi di matrimonio era dovuta anche al fatto che ora le idee liberaleggiati di Rodolfo col tempo venivano contrastate persino da sua moglie che si chiedeva quale destino avrebbe avuto l'impero sotto il suo comando.
Il fallimento dell'unione portò Rodolfo a condurre una vita libertina e dissoluta che ne minò la salute, anche in dipendenza d'una malattia sessuale che trasmise alla moglie e che contribuì vieppiù ad alimentare il suo stato depressivo con dichiarate tendenze suicide = alla fine per allontanarsi dalle inquietudini della vita di corte e per dedicarsi alle ultime passioni che gli rimanevano, nel 1887, Rodolfo aveva acquistato un edificio di campagna a Mayerling e lo aveva adattato a proprio casino di caccia.
Malgrado la sua infelice situazione, Rodolfo continuava a frequentare la corte per non dare nell'occhio con le sue condizioni di salute e fu proprio nell'autunno del 1888, ad un ballo tenutosi alla corte di Vienna, Rodolfo incontrò la diciassettenne baronessa Marie Vetsera dopo quasi dieci anni dal loro primo incontro nel quale il giovane arciduca aveva fatto perdutamente innamorare la giovane che mai lo aveva dimenticata.
Questa lo adorava e si diceva pronta a tutto per lui. Le testimonianze concordano con l'impressione che Rodolfo non condividesse inizialmente tale illimitata passione, benché la fanciulla non gli fosse indifferente sì che col tempo tra i due nacque un'ultima
irrefrenabile passione che, per quanto oggetto di varie interpretazioni ma quasi certamente attesa l'imposizione di Francesco Giuseppe di porre termine alla relazione, portò al drammatico evento di Mayerling e alla morte tragica dei due amanti.

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