cultura barocca
RODI nella CRONACA DI NORIMBERGA Carta antica della GRECIA e delle sue ISOLE: a lato immagine della RESIDENZA DEL GRAN MAESTRO: vedi la CASA DEI CAVALIERI a Rodi [ i "CAVALIERI OSPEDALIERI O GEROSOLIMITANI" i quali COSTRETTI A RITIRARSI DA GERUSALEMME alla fine, grazie ai servigi del GENOVESE VIGNOLO DEI VIGNOLI (1308) sottrassero ai Bizantini l'importante isola di RODI prendendo nome di "CAVALIERI DI RODI" e poi dopo la CONQUISTA TURCA DI COSTANTINOPOLI "CAVALIERI DI MALTA" dall'isola in cui si fortificarono per CONTINUARE LA LOTTA (vedi la BULLA CRUCIATAE) contro la "SUBLIME PORTA" OTTOMANA]

Marie-Jean-Louis-Charles-André di Martine Tyrac Visconte di Marcellus talora confuso con il padre del pari letterato ma non esploratore, nel contempo alla sua passione per l'Oriente, i reperti della classicità greca e romana ed anche le testimonianze del Mondo Turco, durante uno dei suoi soggiorni a Rodi avuto modo di vedere le tracce rispettate dai Turchi dell'insediamento dei Cavalieri e scoperta con commozione l'insegna del proprio Casato materno che vantò alcuni illustri esponenti di quei Cavalieri di Rodi che si batterono per frenare l'espansionismo turco, senza però alcun astio avverso l'antico nemico ma con giusto quanto misurato orgoglio, ai primi del XIX secolo, celebrò le isole di Rodi e di Malta (di cui egli stesso era Cavaliere) quali ultimi baluardi dell'eroismo cristiano contro la possente flotta ottomana [dello stesso autore ma in altro volume vedi ancora in merito a Rodi [patria delle rose e del sole già dai tempi classici effigiati nelle sue splendide monete come qui si vede effigianti la rosa ed il volto del Dio Helios: pur se Helios ovvero il Sole già era onorato nel Colosso al porto ritenuta una delle "Sette Meraviglie del Mondo")] alcune peculiarità come le canzoni di Cristopulo, l'Anacreonte della Grecia Moderna, le Travondiesi cantate dalla Cocconitza, la visita alla "Via dei Cavalieri" e all'"Ospedale", quindi quella alla pianura di Kremasti e quella alla fonte Rodini].
E così, sulla scia di una grande tradizione letteraria di cui il Marcellus costituisce un pur imponente momento gnoseologico, val la pena (prescindendo dai grandissimi come Ariosto o Tasso di cui tanto è noto) a dimostrazione dell'importanza che ebbero per secoli nelle coscienze quanto nella cultura i difficili rapporti tra Cristianità ed Impero Ottomano val la pena di di proporre a volte anche opere assai meno conosciute sul tema = da composizioni di avventurieri, commercianti ed esploratori che catturati dai Turchi redassero varie opere basilari, ma oggi abbastanza inesplorate, per la conoscenza dell'Impero Ottomano e delle sue conquiste (tra cui un posto di assoluto rilievo spetta alle Memorie di "Giannantonio Menavino Genovese da Voltri") ma anche scritti di autori comunque noti e al loro tempo famosissimi come Carlo Innocenzo Frugoni che per esempio in questa sua raccolta di Rime inserì il sonetto Celebrandosi il Felicissimo Compleanno della M. C. di Filippo V Re delle Spagne, "si rammentano le sconfitte date a' Barbari in Affrica", la lirica Orano Espugnata come il sonetto Vestendo l'abito di Cavaliere di Santo Stefano il Signor Niccola Condulmari ma anche scritti di autori oggi sconosciuti o quasi come nel caso della Poetica Descrizione dell'ultima Guerra fra la Russia e la Porta Ottomanna di Padre Vincenzo Guasco od ancora de La Caduta di Oczakow di N. Grillo Cattaneo contenuti in quella ormai rarissima raccolta poetica settecentesca costituita dai Versi Scelti de' Poeti Liguri Viventi nell'anno 1789 raccolti da Ambrogio Balbi.
Senza dimenticare opere ancora meno diffuse, perché spesso rimaste inedite, qualche lirica, qualche traduzione, qualche palinsesto, qualche creazione rimasta nel dimenticatoio e travolta dal disfacimento che patirono tante Biblioteche per tante e troppe guerre od ancora andata persa attraverso i tempi più svariati per la la trascuraggine e l'indifferenza di chi la scrisse che non ascoltò -ieri come oggi- i buoni consigli di non lasciare inedite le proprie opere al punto che non vengano travolte per effetto della Fragilità della vita e per la trascuratezza delle cose umane alla maniera che sempre e indefessamente nel suo libro Lo Scudo di Rinaldo - Parte II (già inedito e qui proposto) consigliò l'erudito di Ventimiglia Angelico Aprosio
che non potendosi ascrivere ai Cavalieri Gerosolimitani od Ospedalieri poi di Rodi ed ai suoi tempi di Malta tra cui aveva tanti amici, anche illustri, in molti modo operò per divenire, come di fatto accadde,
Cavaliere della Milizia Aurata e Conte Palatino

RIPR. DURANTE DA EX ARCHIVIO COOPERS/ VENTIMIGLIA

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