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Gran parte degli avvenimenti e delle fortune della CHIESA e del MONASTERO DI SAN FEDELE, uno dei complessi architettonici di POPPI più importanti dal punto di vista storico ed urbanistico, sono legati alle vicende dei conti Guidi, Signori della città. Tegrimo Guidi, alla fine del X secolo, fece edificare nei pressi di un suo castello nell'abitato di Strumi, piccola frazione sulla riva destra dell'Arno a nord-ovest di POPPI, l'abbazia benedettina di SAN FEDELE A STRUMI che passò nell'XI secolo sotto il controllo del vicino ed influente monastero di Vallombrosa. Tra gli anni 1185 e 1195 l'abbazia fu definitivamente trasferita a Poppi con la costruzione dell'attuale edificio posto all'estremità nord dell'abitato, adiacente all'omonima porta d'accesso al borgo.
All'inizio del XIII secolo l'eremita Torello da Poppi prese l'abito di converso vallombrosano nella chiesa di San Fedele e si ritirò tra i boschi per passare una vita in solitudine, preghiera e penitenza. Diventato famoso in tutto il Casentino per i suoi miracoli, tra cui anche l'aver addomesticato un feroce lupo, alla sua morte nell'anno 1282 il suo corpo venne sepolto nella chiesa di San Fedele. Le sue spoglie furono meta di pellegrinaggi e cambiarono più volte collocazione nel corso degli anni all'interno della chiesa; un prezioso busto reliquiario, ammirabile ancora oggi, fu costruito nel 1606 a sembianza del Beato Torello per contenerne il capo.olio su tavola del XVI secolo, che raffigura il santo seduto su di una tribuna in mezzo agli altri due, secondo lo schema compositivo della "sacra conversazione". San Benedetto tiene in una mano un libro e nell'altra delle verghe mentre San Michele indossa un'armatura.
I conti Guidi contribuirono, grazie ai loro aiuti economici, a far diventare questo monastero uno dei più importanti del Casentino e lo scelsero come luogo di sepoltura. Nella chiesa, infatti, era presente il grande monumento funebre che conservò le spoglie dei conti Guidi fino all'anno 1568 quando l'abate Andrea III di Gaiole in Chianti, applicando il divieto delle sepolture fuori terra nelle chiese imposto dal papa Pio V, fece demolire il sepolcro ed interrare i resti nelle vicinanze della sacrestia dove una lapide ricorda l'avvenimento.
punto di vista architettonico la badia di San Fedele si presenta come un tipico edificio Vallombrosano: pianta a croce latina, navata unica, struttura del tetto con capriate lignee a vista, abside orientata ad est articolata in tre cappelle. L'edificio assume una grande importanza nell'assetto urbanistico di Poppi: il nucleo principale del borgo abitato, diviso longitudinalmente per quasi tutta la sua lunghezza da via Cavour, è delimitato a nord ed a sud rispettivamente dalla chiesa di San Fedele e dalla speculare chiesa della Madonna del Morbo, creando un suggestivo effetto prospettico. A causa di questa sua particolare disposizione, l'ingresso più utilizzato della chiesa di San Fedele è quello laterale, aperto nel 1574, che rimane in asse con via Cavour. La facciata e la porta principale invece sono prospicienti una piccola piazzetta, aperta verso la valle, da cui si può godere un'ampia vista panoramica.
L'interno della badia ha subito numerose modifiche nel corso dei secoli; la disposizione attuale è quella voluta dall'ingegnere aretino Giuseppe Castellucci che tra il 1928 ed il 1934 ha diretto importanti lavori di restauro con l'obiettivo di riportare la chiesa al suo originale austero equilibrio medioevale. Furono chiuse le aperture e rimosse le decorazioni aggiunte in epoca barocca.
Le antiche mura in pietra di San Fedele custodiscono importanti opere d'arte, soprattutto pittoriche, divise tra gli altari in pietra di epoca rinascimentale della navata, unici sopravissuti al citato restauro di inizio novecento, e le cappelle laterali del transetto.
Madonna con Bambino e due angeli del Maestro della Maddalena La prima importante opera che attira l'attenzione del visitatore è la Madonna con Bambino e due angeli del Maestro della Maddalena, tempera su tavola con fondo oro del secolo XIII, che raffigura la Madonna che, seduta sul trono ed attorniata da due angeli, tiene in braccio il Bambino benedicente. Questa tavola, che probabilmente faceva parte di un'opera più grande, ha subito un accurato restauro negli anni '70 che ha riportato i colori alla loro originaria vivacità. Altra importante opera conservata nella navata è San Benedetto in trono tra San Bernardo e San Michele di Carlo Portelli.
Nel transetto si può ammirare il Martirio di San Giovanni Evangelista di Francesco Morandini detto "il Poppi", olio su tavola del XVI secolo, che rappresenta il santo nudo dentro un pentolone di olio bollente posto sulla fiamma e tutt'attorno numerosi personaggi tra cui alcuni uomini che portano la legna necessaria per il martirio e tre donne che, secondo la tradizione, raffigurano le sorelle e la madre dell'artista.
L'ingresso laterale in asse con via Cavour L'autore, che all'epoca di questo dipinto, seppur giovane, aveva già assolto ad incarichi importanti nella bottega del Vasari, utilizza un'iconografia presa in prestito da altri pittori. Degno di nota è anche il grande Crocifisso di scuola giottesca, appeso nel presbiterio, tempera su tavola databile al XIV secolo, che raffigura il Cristo con il capo piegato
. Il monastero di San Fedele, addossato alla parete nord della chiesa, perse la sua funzione sacra in seguito alla soppressione degli ordini religiosi nel 1810, anno in cui diventò abitazione civile.
Diventato proprietà della Provincia di Arezzo, attualmente è adibito a sede del Liceo Scientifico ed ha subito un restauro con l'obiettivo di mantenere il più possibile l'aspetto conventuale.