In copertina del libro particolari delle Horae Divae Virginis Mariae, Parigi, 1505 ed a colori Bibbia Miniata, Venezia , 1505, opere conservate nel Fondo Antico della Biblioteca Aprosiana
Aprosio si fidò troppo della sua "gloria" mondana e letteraria ed a livello non solo italiano Aprosio non vagliò la possibilità di avere e soprattutto di potersi fare degli osteggiatori "in Patria" ed oggettivamente non usò molta diplomazia nel relazionarsi ai potenti locali, agli eruditi del Capitanato ed ai Religiosi della Diocesi = senza vagliare che in fondo era, dopo tanto tempo, l'ultimo venuto e specie per i popolani, manovrabili da costoro, era poco più di un "misterioso frate" venuto da lontano = tutto questo non incise forse più di tanto per quanto è concesso sapere ma è invece da dire che l'ostacolo più noto e più pericoloso avverso l'erezione della "Biblioteca Aprosiana" (senza però dimenticare le avversioni che si suscitò contro in relazione alle sue considerazioni sulla conservazione del patrimonio culturale in genere e di Ventimiglia in particolare, l'antica e romana Albintimilium: di cui fu il primo a individuare la topografia con scorno di chi la voleva altrove spesso esplicitate ma comunque destinate ad esser accorpate nel manoscritto inedito de
Le Antichità di Ventimiglia) fu però mosso
da un frate nominato genericamente "Tragopogono o Barba di Capro/Caprone" che, dopo varie ed esplicite opposizioni (addirittura sobillando quelli che Aprosio chiamava "figliuoli della Terra": i villani in particolare, impegnati nella lotta separatistica da Ventimiglia che avrebbe dato vita alla "Magnifica Comunità degli Otto Luoghi) non senza pericolo
per Angelico decise di ricorrere alla potente "Sacra Congregazione dei Vescovi e Regolari" e specificamente in relazione all' "ampliamento o alle modifiche di qualsiasi convento" = ricorso che, il sopraelevamento dell'ala est del Chiostro di Ventimiglia per istituirvi la sede fisica della Biblioteca Aprosiana
con inevitabile modifica strutturale dell'edificio, avrebbe potuto dargli ragione: il timore aprosiano doveva essere evidente data la palese soddisfazione -insolita per un religioso e specie a riguardo d'un altro sacerdote- espressa da Aprosio nel repertorio della Biblioteca Aprosiana del 1673 in merito alla morte improvvisa nel 1661 di tal personaggio con conseguente cassazione delle sue iniziative legali