cultura barocca
inform. di B. Durante

La CANNA DA ZUCCHERO era nota sin dall'antichità classica ma in Europa fu usata per ladolcificazione solo dal XIV secolo.
Dall'importantissimo sito dei TaccuiniStorici.it social magazione (Accademia Italiana di Gastronomia e Gastrosofi a proposito del miele si legge = "Greci e Romani conoscevano lo zucchero, importato dall’Oriente in piccole quantità, ed impiegato esclusivamente a scopi terapeutici. Furono gli Arabi che lo introdussero in Spagna e Sicilia intorno all'anno mille, e la sua parziale diffusione nella nostra penisola avvenne grazie alle Repubbliche Marinare. Raro e costoso, perché ricavato dalla canna da zucchero tipica dei climi tropicali, non entrò nell’uso quotidiano come dolcificante, ma fu trattato alla stregua di una spezia medicamentosa da vendersi nelle botteghe degli speziali. Con l'accrescere della sua importazione, a Venezia molte famiglie si arricchirono a tal punto da essere chiamate "re dello zucchero".
Si esigevano pedaggi per permetterne il passaggio attraverso i vari paesi, tanto che un pane di zucchero poteva valere quanto un pane d'argento dello stesso peso. Il “sale bianco” o “sale dolce” fu identificato a lungo come un elemento di potere e distinzione delle classi nobili, sia spolverato sulle pietanze per impreziosirle, sia modellato nei “trionfi” che adornavano le tavole dei banchetti. Lentamente, come risulta da ricettari del ‘300, lo zucchero entrò nella preparazione di molte vivande, accrescendo la composizione di dolci complessi, e contribuendo ad esaltare il sapore agro-dolce che tanto attirava l’uomo del tempo. La scoperta dell’America, con i suoi ampi territori tropicali, suggerì agli Europei la possibilità di ottenere grandi profitti coltivando la canna da zucchero in Brasile e nelle isole delle Antille. Cristoforo Colombo così scriveva nel 1494: “Di canne da zucchero non ne ho portate quante avrei voluto. Ho grande desiderio che ci sia abbondanza di esse. Qui c’è terreno per farne piantagioni…”. Con la diffusione delle coltivazioni di “canna” anche nelle isole Atlantiche (Canarie e Azzorre), grazie a Spagnoli e Portoghesi, il costo del “sale dolce” divenne più accessibile, e la materia vide incrementare il suo impiego nella cucina delle classi elevate, facendo nascere sopratutto in Italia dolci ricchi e fantasiosi. Dobbiamo aspettare il settecento perché il “sale dolce” cominci ad essere un prodotto consumato diffusamente, utilizzato anche in bevande alla "moda" come caffé e cioccolata. Nell’Europa napoleonica questa “dolcezza” venne a mancare a causa del blocco continentale, e si provvide a sostituire lo zucchero di canna con lo zucchero di barbabietola, riscoprendo l'intuizione di Olivier De Serres che nel 1575 aveva ricavato il "sale bianco" dalle rosse barbabietole. Per forti interessi protezionistici, lo zucchero di canna tornò a circolare liberamente nel nostro continente soltanto dopo il 1915
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Sopra nell'IMMAGINE cinquecentesca (incisione custodita la Museo Nazionale di Madrid) si vede una scena di LAVORAZIONE DELLA CANNA DA ZUCCHERO IN UNA PIANTAGIONE DELLA ANTILLE.