cultura barocca
informatizzazione a cura di Bartolomeo Durante da cinquecentina edizione originale

La cattiva fama dell'ASINO, pur esaltata da alcuni aspetti dell'indole come la testardaggine o la tendenza a scalciare, risiede però in un'originale dispregio di matrice religiosa pagana. Nell'antichità classica furono infatto praticate alcune forme di culto che vanno sotto il nome di "onolatreia" (ònos=asino, latrèia=adorazione) che però aveva sostanziale carattere blasfemo. La propaganda antiebraica infatti finì per attribuire questo tipo di culto agli Ebrei la cui religione non venerava alcun oggetto visibile (per esempio si prese a collegare la forma "IAO" del nome divino Jahvè con il nome egiziano dell'ASINO PIEO). Questa accusa venne poi estesa ai Cristiani: ed al proposito si può ricordare l'esistenza di un graffito, ora custodito al Museo delle Terme di Roma, di un giovane che adora un crocifisso con la testa di Asino sotto cui sta la scritta "Alessameno adora dio". Nonostante questi inizi davvero sconfortanti il CRISTIANESIMO non penalizzò affatto l'animale, estremamente utile per i lavori e molto economico per le parche esigenze alimentari. Esso fini per costituire il compagno quasi insostituibile dei lavoranti e dei contadini, idoneo soprattutto, assai più del cavallo, ai lavori del tiro, della sella e soprattutto del basto: prescindendo dalle citate controversie religiose l'ASINO ERA USATO NELLA CIVILTA' RUSTICA ROMANO IMPERIALE ALL'INTERNO DI QUELLE AZIENDE AGRICOLE CHE AVEVANO NOME DI "VILLE RURALI O PSEUDORURALI" per esser poi ripreso dai MONACI BENEDETTINI NELLA REALIZZAZIONE DELLA GRANGIA e rientrare quindi per secoli nella TRADIZIONE AGRONOMICA LAICA inoltre i suoi ibridi rivelarono doti straordinarie in molti campi lavorativi come il MULO [incrocio tra ASINO e CAVALLA] e il BARDOTTO [incocio tra CAVALLO e ASINA]