L'Abati nel "Fascio Primo" dei questa sua opera disserta in merito a vari argomenti che evidenziano i limiti e gli umani difetti del suo secolo. Le sue Satire in rima (I ricordi, La guerra, La fame, Il corso, Il Pegasino, La pazzia, Il viaggio, La Corte) sono inserite, insieme con altri versi, in una prosa la quale riferisce le conversazioni di alcuni gentiluomini che, mentre l'Asia è in guerra, tengono in Efeso, per confortarsi, una specie di accademia. Il tutto è raccolto in tre fasci di Frascherie (1651) [ tra parentesi quadre le osservazioni critiche ]. INDICE
PROSE
Calamità dell'Asia (pag. 1-2)
Consigli alla letitia (pag. 4-5)
Consigli a' Discorsi (pag. 6-7)
Chi debba imitarsi nel secolo Heraclito, ò Democrito (pag. 23) Giuoco di Corte (pag. 9) Nel "Fascio III" leggi ulteriori considerazioni su Corte e Cortigiani raggiungibili cliccando qui ed ancora specialmente cliccando qui Ticleve, uno dei dialoganti, definito scherno di Fortuna viene introdotto per criticare la vita, intrisa di falsità e convenzioni, nella Corti, un tempo da lui frequentate, ed esaltare, dopo l'abbandono di tal fallace esistenza, la sua scelta di vita nel contesto della solitudine costruttiva, intrisa di Poesia e Cultura in generale argomento poi più estesamente ripreso nel "Fascio III" da Teledapo recitando la Satira non casualmente intitilata La Corte = Aprosio si destreggia diversamente negli argomenti, con più erudizone ma anche maggior tortuosità espositiva, ma sostanzialmente esprime opinioni non dissimili
come quando nello Scudo di Rinaldo I (Cap. ) in particolare menziona la figura del Cortigiano, esibizionista come un pavone ma carente di sostanza intellettuale, avvalendosi di un' Ode del Fontanella (p.155, rica XII dal basso) e come quando servendosi d'una lirica dell'Achillini (p. 156) registra come l'estro culturale del Bignami non riscontri in Corte i meriti che dovrebbe ricevere ed ancora laddove fa celebrare (pag. 177) da Francesco della Valle il suo "ozio negozioso", immune dai tormenti delle insidiosi Corti] [ Nello Scudo di Rinaldo I Aprosio parla della passione delle Donne per l'oro e i gioielli ma non fa cenno esplicito riservato al poi inedito Scudo di Rinaldo II (vedi sotto) ai giuochi storici e ai giuochi d'azzardo Giuocatori dannati (pag. 11-12) [la dissertazione critica dell'Abati sui giuochi delle carte (e dei dadi) nella forma soprattutto di giuoco d'azzardo è parimenti biasimata, al pari di altri illustri religiosi, da Angelico Aprosio = per una più vasta e completa analisi sui giuochi storici vale comunque la pena di cliccare su questo collegamento] Ministri d'Asia, e loro nature (pag. 41)
Pianto, e sua difesa (pag. 24) Il pianto finto usuale nei tempi moderni Riso, e sua difesa (pag. 28) POESIE Allegrezza povera, migliore d'una ricchezza ingorda (Quadernario = pag. 5) Allegoria nel Pianto de' Bambini (Madrigale = pag. 24) Amante che va' alla Guerra (Recitativo e Canzonetta = pag. 19) A Guerrieri Principi dell'Asia (Oda = pag. 45) Contra Amore (Canzonetta = pag. 17) I Ridicoli (Satira = pag. 32) [Prima della recitazione della satira La Guerra, pur ricca di riferimenti alla classicità, tra gli "accademici di Efeso" intercorre una serie di osservazioni sulle varie ragioni delle Guerre, soffermandosi su quelle asiatiche, non prima di aver pronunciato
una riflessione [abbastanza ambigua] d'encomj, e di compatimento sopra gli europei Monarchi che, contro l'uso de gli Asiatici, armando eserciti alle difese de' loro Stati; anzi che alle rapine d'altrui, s'additavano non meno incorrotti nelle sozzure d'un pacifico lusso, che moderati nell'amibizione d'una potenza bellica = nel contesto delle riflessioni si avanzano ipotesi diverse sulle giustificazioni dei Principi d'Asia alla guerra per cui nel merito:
Stamperne cita il caso di un Sovrano asiatico che fingendo di salvaguardare il popolo dalle angherie di un Tiranno, abbattuto questo, si fa Tiranno anche peggiore mentre poi Ticleve cita le rovine e le miserie che portano le guerre a certi popoli e regni e quindi Egidardo rammenta come alcuni muovano guerre per
cupidigia d'altrui terre e ricchezze ed ancora Rorazalfe ricorda il caso di guerre mosse per venedetta di ricevute offese]
La Guerra (Satira = pag. 49) [ Dopo la declamazione di questa Satira Tecocleve aggiunge ancora considerazioni personali contro la Guerra da lui esperita in Europa ma il discorso si sposta presto sulle conseguenze della Guerra caratterizzate da Carestia e Fame di cui segue la trattazione sotto forma della recitazione di una Satira appena qui sotto proposta
La Fame (Satira = pag. 70)
Poeta, che và alla Guerra (Quadernarij = pag. 68)
Ritorno delle Stagioni, e caducità humana menzionata dall'Abati (Canzonetta = pag. 14)
[In merito alla considerazione sulla caducità dell'esistenza umana menzionata dall'Abati si può qui citare una considerazione aprosiana integrata da una composizione poetica del Minozzi]
Scherzo sopra la Povertà, e la Patienza (Terzetto = pag. 6)
[Aprosio nel XIII capitolo della Grillaia ovvero Della poca stima, che si fa delle buone lettere, e de
Letterati e della cagione in qualche modo converte il suo dire da quanto scrive l'Abati Hò sempre inteso dir questa sentenza, / Borsa de' Letterati è la Penuria, / Monete de la borsa è la Patienza e parimenti
se Stamperne, uno dei dialoganti dell'Abati, critica l'erudizione fine a se stessa senza divulgazione a favore di altri trasformandola con i propri lavori in segreti studij parimenti nello Scudo di Rinaldo II"Il Ventimiglia" biasima quanti lasciano gelosamente nel loro cassetto le proprie opere senza farle stampare o perlomeno divulgarle manoscritte] Vicissitudini di Natura (Madrigale = pag. 5) CLICCA QUI PER RITORNARE AL LEMMA DI RICERCA CLICCA QUI PER RITORNARE ALLA "HOME PAGE" DI "CULTURABAROCCA"