cultura barocca
Tra le vicende che caratterizzarono la storia di queste isole, resa famosa anche da trasposizioni cinematograiche e grandi interpreti, resta quella del drammatico ammutinamento di parte dell'equipaggio del mercantile inglese Bounty avverso il suo capitano W. Bleigh accusato di imporre una troppo rigida disciplina: la vicenda è qui trattata da metà di pag. 86
l governo britannico inviò successivamente la nave “HMS Pandora” per catturare gli ammutinati, che raggiunse Tahiti il 23 marzo 1791. Quattro degli uomini di Bounty salirono spontaneamente a bordo subito dopo il suo arrivo. Successivamente ne furono arrestati dieci nel giro di poche settimane. Questi quattordici furono imprigionati in una cella improvvisata sul ponte di “HMS Pandora” che, nel frattempo, si era arenata su una parte della Grande Barriera Corallina il 29 agosto 1791, con la perdita di 31 membri dell'equipaggio e quattro dei prigionieri. I sopravvissuti, dieci prigionieri, furono poi rimpatriati in Inghilterra, per essere giudicati dalla corte marziale. Gli ammutinati, almeno quelli che riuscirono a non farsi catturare, che ritornarono a Tahiti dove presero viveri e donne a sufficienza, fecero poi rotta verso un’isola scoperta da pochissimo, Pitcairn, fondando una colonia che rimase sconosciuta fino al 1808 e le cui coordinate risultavano errate sulle carte di navigazione. Dopo aver dato alle fiamme il Bounty per impedire che potesse essere avvistato dalla marina britannica, gli ammutinati riuscirono a fare crescere la nuova comunità. Con il passare degli anni però i rapporti tra gli inglesi e i polinesiani, questi ultimi trattati come schiavi, cominciarono a logorarsi. Infatti nel 1794 vi fu una ribellione dei polinesiani, nei confronti degli inglesi, stanchi di essere trattati come schiavi. Durante la rivolta trovarono la morte la maggior parte dell’equipaggio tra i quali lo stesso Fletcher. La rottura ci fu quando quasi tutti gli inglesi furono trucidati nella prima “guerra civile” dell’isola. Tra i pochi inglesi rimasti in vita John Adam, che con lungimiranza riuscì a rappacificare le due etnie. Tutto questo è fortemente congetturale in quanto le uniche testimonianze che oggi si hanno provengono proprio da lui, e da suoi discendenti. Nel 1808 una nave riuscì a scoprire l’isola scovando i rifugiati che vennero trasferiti in una delle zone nei pressi dell’Australia orientale. Alcuni anni più tardi alcune famiglie, nostalgiche di quella che era ormai diventata la loro patria, fecero ritorno sull’isola dando vita ad una comunità tutt’oggi esistente. Ancora oggi sull’isola vivono i pronipoti degli ammutinati, alcuni dei quali parlano il dialetto inglese del XIX secolo. Pezzi del Bounty sono ancora ricercati dai collezionisti e sono presenti in numerosi musei. Il processo e gli accusati = La corte marziale che doveva giudicare i 10 ammutinati del Bounty (Burkett, Byrn, Coleman, Ellison, Heywood, McIntosh, Millward, Morrison, Muspratt, e Norman) ha aperto i lavori la mattina del 12 Settembre 1792 nella grande cabina del capitano della nave di Lord Hood, il Duca, ormeggiato nel porto di Portsmouth, sulla costa meridionale dell'Inghilterra. William Bligh era lontano da Portsmouth in quel giorno: come, sopra già accennato, era capitano della “HMS Providence”, e sulla via del ritorno. I dieci imputati che dovevano essere giudicati dalla corte marziale, accusati di violazione dell'articolo XIX° dello Statuto di guerra, sapevano che la condanna significava probabilmente la morte. I verdetti = In base alle testimonianze la corte marziale il 18 settembre 1792, tramite Lord Hood annunciò i verdetti della corte. Coleman, Norman, McIntosh, e Byrn furono assolti. Gli altri sei imputati furono giudicati colpevoli e condannati all'impiccagione. Nei casi di Heywood e Morrison, tuttavia, il giudice "in considerazione delle diverse circostanze" consigliò entrambi per di Sua Maestà Reale un atto di misericordia. Heywood basò la sua difesa sulla sua estrema giovinezza e inesperienza che gli hanno impedito di agire saggiamente al momento della rivolta, che avrebbe voluto unirsi a Bligh ma che dormiva sotto e non arrivò sul ponte fino a quando era ormai era avvenuta la maggior parte dell'azione. Morrison invece costruì la sua difesa, riuscendo ad avere testimoni, sostenendo che avrebbe voluto unirsi a Bligh ma che fu impedito dagli ammutinati a farlo. Poche settimane dopo, il re graziò entrambi gli uomini. Muspratt, alla fine, ottenne il suo rilascio, con la concessione della sua istanza di grazia basata sul fatto che gli era stata negata la possibilità di chiamare i suoi testimoni desiderati. Il 29 ottobre 1794, alle 11:26 del mattino, Burkett, Millward, e Ellison furono impiccati dal pennone a bordo di una nave della marina britannica a Portsmouth Harbor (Brunswick). I corpi rimasero appesi nei cantieri per due ore sotto la pioggia.

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