cultura barocca
Informatizzazione a cura di B. E. DURANTE Memento mori in avorio in un rosario del Cinquecento (Metropolitan Museum of Art, New York)

MEMENTO MORI (letteralmente: "Ricordati che devi morire") è una nota locuzione in lingua latina.
La frase trae origine da una
particolare usanza tipica dell'antica Roma: quando un generale rientrava nella città dopo un trionfo bellico e sfilando nelle strade raccoglieva gli onori che gli venivano tributati dalla folla, correva il rischio di essere sopraffatto dalla superbia e dalle smanie di grandezza. Per evitare che ciò accadesse, un servo dei più umili veniva incaricato di ricordare all'autore dell'impresa la sua natura umana: lo faceva pronunciando questa frase (la consuetudine si mantenne nella costumanza ma decadde nel contesto cerimoniale atteso che al posto del Trionfo durante l'Impero destinato al solo Imperatore come comandante generale ai condottieri vittoriosi si concedevano piuttosto gli "Ornamenti Trionfali" come nel caso di Giulio Agricola conquistatore della Britannia
In ambito cristiano la costumanza ebbe poi naturalmente una valenza diversa quale un ammonimento ad operare per il bene e a non perdersi nelle lusinghe del mondo = per esempio l'ordine di stretta clausura dei trappisti, fondato nel 1664, adottò questa frase come motto: i monaci di quest'ordine si ripetevano tra loro continuamente la frase, e si scavavano - un poco ogni giorno - la fossa destinata ad accoglierli, con lo scopo di tenere sempre presente l'idea della morte e quindi il senso della vita, destinata a finire.
E' però da rammentare che il richiamo alla "fugacità della vita" e l'uso di ricorrere a citazioni concernenti l'inevitabilità della fine esistenziale venne meno - specie nel contesto dei periodi più fausti come questi caratterizzati da feste, ostentazione di ricchezze, disinibizione tipicamente postrinascimentale - e poco alla volta, anche in contesto religioso, pur se , mutati i tempi ed evidenziatisi vari problemi (tra cui guerre epocali sia in Europa (leggi qui) che in quell'eterno conflitto che si ebbe con l'Impero Turco -senza trascurare carestie, terremoti, incendi, alluvioni e dissesti economici ed ambientali e la feroce discriminazione sociale quanto giuridica tra ceti potenti, intermedi ed umili in forza dei "Privilegi del Foro", del Principio della Restitutio ed anche nella diversa fruizione del "Diritto d'Asilo Ecclesiastico"
che nel dettaglio poi emarginava le donne e con esse un poliedrico contesto di "diversi" e molti dei quali come qui si legge erano spregiativamente associati nel termine di "Figliastri di Dio"- : il tutto coinvolto nel terrore epocale della Peste reputata anticipazione dell'Apocalissi e dell'avvento dell'Anticristo e delle sue legioni di Demoni ed indice supremo, quasi emblematico della brevità della vita) siffatto atteggiamento mondano suscitò le critiche di diversi compreso quello spirito bizzarro, da "Poeta", come si diceva volendo in qualche modo criticarlo, che fu l'erudito ventimigliese Angelico Aprosio che ne scrisse anche a scapito di molti Religiosi presi dalla vanità = contrariamente a certe idee moderne correnti l' idea enfatizzata dalla constatazione di prima ignorati aspetti drammatici dell'esistenza e quindi l'angosciante proposizione del "Memento Mori sotto forma di simulacri ed oggetti ben visibili destinati ad ammonire sempre l'uomo della sua fragilità non fu propria nè di Inquisitori che volessero spaventare gli inquisiti e neppure di personaggi iconici come
PAPA ALESSANDRO VII COLUI CHE CONVERTI' AL CATTOLICESIMO L'EX REGINA DI SVEZIA MARIA CRISTINA ENTRAMBI SENSIBILI ALL'IDEA DEL MEMENTO MORI PUR SE CON POSTAZIONI DIVERSE (SPIRITUALE QUELLA DEL PONTEFICE, DECISAMENTE PIU' TERRENA QUELLA DELL'EX REGINA AL PUNTO CHE CRISTINA SI RIFUGIO' IN STUDI ALCHEMICI NON TRASCURANDO DI ORGANIZZARE UNA IMMENSA BIBLIOTECA E DI PROCURARSI IL PICATRIX E UNA VERSIONE LATINA DEL SEFER - HA - RAZIEL, UN TESTO DI MAGIA ANGELICA)
ma divenne una costante generale, e molti, senza ricorrere ad oggetti sacri meno appariscenti come il rosario sopra proposto, potendoselo permettere amavano "ornare" i propri pensatoi, le camere ma anche gli studi soprattutto di teschi (e nemmeno quello del grande Cartesio sfuggì a questa sorte) destinati proprio a rammentare l'inevitabile scorrere del tempo sin alla fine inevitabile per chiunque grande o piccolo od umile che fosse come scrisse Pier Francesco Minozzi al modo che qui si legge
Nell'oggettistica sacra come sopra si vede e già si è detto il Memento Mori divenne un ammonimento costante variamente elaborato a seconda anche delle possibilità: ma il tema entrò anche nell'arte e specie nella pittura su cui non mancarono dibattiti specie avverso le pitture dell'età precedente permeata talora di paganeggiante erotismo, particolarmente nell'ambito della natura morta in cui l'esempio più tipico è quello di un teschio posizionato accanto a fiori o frutta.





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