fot. Durante PIANTA DI ROMA NEL '400

Così nel '400 l'erudito bizantino Manuele Crisolora descrisse l'atteggiamento di disprezzo dei Pellegrini, in visita ai luoghi santi, per le testimonianze monumentali della metropoli pagana e imperiale: "...[18] E tutto ciò" [la grande dimostrazione di amore dei pellegrini per la Roma dei luoghi santi della cristianità] "proprio in quella città in quell'impero in cui essi" [apostoli e martiri] "morirono predicando queste cose, in cui tanto forti erano stati la falsa religione opposta alla verità e l'errore,come appare dichiaratamente dalle immagini, dalle statue e dai templi, da dove prendevano le mosse per essere diffusi in tutto il mondo gli editti contro i cristiani ed erano inviati i loro pubblici esecutori, dove si vedono da una parte le dimore ormai crollate e distrutte e le stele rovinate e spezzate a metà di Nerone, il loro empio carnefice, dall'altra quelle di Diocleziano e Massimiano i loro persecutori. [19] Ma i pellegrini non si fermano di fronte a queste costruzioni che pure sono appartenute a quegli imperatori che un tempo li avevano sottomessi e ridotti in schiavitù e passano oltre. Ma che dico passano oltre? Le calpestano, le colpiscono con pugni, le spezzano, come ho già detto, ci sputano sopra, le abbattono. Davanti a questi invece, che erano poveri e stranieri, che le loro condizioni giuridiche e la loro stirpe rendevano schiavi e sottoposti di quei potenti, fabbricanti di tende e pescatori, con quanta gioia e con quanto piacere o se si preferisce, con quanta contrizione e reverenza e con quante lacrime chinano il capo, invocandoli come salvatori, come ho detto, e protettori e non solo come signori delle cose terrene di questo mondo, ma anche come custodi della porta dei cieli, invocando da loro la salvezza per se stessi, per i loro amici, per i loro familiari e per tutto il mondo. Essi siedono guardando dall'alto della loro posizione elevata, maestosi, raffigurati con grandiosità secondo illoro antico aspetto, con tessere di mosaico, pietre e colori, o con argento e oro, come re o condottieri o signori comuni di tutti, con le chiavi in mano, simbolo del potere di legare e di sciogliere, simbolo altresì della potenza e dell'autorità di Colui dal quale le hanno ricevute...".