ABISSO DEL PIETRAVECCHIA

Abisso E-1>
Dati catastali: 628 Li/Im
Provincia : Imperia
Comune : Pigna
Località : Buggio-Monte Pietravecchia
Quota ingresso: 1665 m slm
Sviluppo : 85 m
Profondità : 30 m
Abisso E-2:
Dati catastali: 629 Li/Im
Provincia : Imperia
Comune : Pigna
Località : Buggio-Monte Pietravecchia
Quota ingresso: 1680 m slm
Sviluppo : 220 m
Profondità : 90 m
L'Abisso del Pietravecchia è formato da 2 entrate che dimostrano l'incarsimento nel periodo del Luteziano (periodo Eocenico risalente a circa 40 milioni d'anni fa) a facies calcarea della zona delle Alpi Marittime (la facies è la parte limitata di una determinata unità stratigrafica che mostra caratteri marcatamente differenti da quelli mostrati dalla stessa unità in altre aree). L'ingresso superiore è di tipo fossile e si sviluppa su una frattura con direzione nord-sud inclinata di 50 gradi. Il piano della litoclasi (fenditura della roccia) inizialmente era caratterizzato da uno scorrimento laminare a pieno carico con condotto ellittico che con la sua azione ne ha determinato il carsismo, approfondito, poi, per erosione gravitazionale di tipo regressivo, con pozzi cascata. Prima di arrivare alla confluenza con la grotta che proviene dall'ingresso inferiore (E1), questa è intersecata da una frattura verticale di brecce, formatasi in periodi piú recenti. Nel primo tratto, dopo la presenza di falesie chiare, troviamo dei pozzi a sezione fusoidale, che testimoniano il risultato di lenti processi di erosione e corrosione chimica delle acque di percolazione. Anche qui troviamo fratture verticali in direzione nord-sud, come quelle del campo solcato delle Cornae, sotto il quale si sviluppa l'abisso da cui prende il nome. Fino a che s'incontra la sala delle confluenze (E1-E2) che presenta una modesta acclività (pendenza) per il contatto con il basamento calcareo-marnoso (rocce calcaree con quantità variabile di marne). La presenza di marne (rocce costituite da quantità variabili d'argilla e carbonato di calcio) testimonia il passato di questa zona durante la trasgressione marina. Nella sala delle confluenze ci s'imbatte in un meandro notevolmente allungato con anse accentuate, dovuto all'approfondimento gravitazionale di correnti idriche e dalla corrosione delle acque di penetrazione. Viene chiamata sala delle confluenze in quanto vi confluiscono correnti incanalate e condotti detti camini. Sono inoltre presenti sottili strati d'argillite di percolazione. La presenza di questi strati d'argilla è un'altra prova della sedimentazione marina avutasi prima del sollevamento tettonico delle Alpi Marittime. Infine si trova un pozzo di 27 metri d'erosione regressiva. Per erosione regressiva, o, piú precisamente, corrosione inversa, s'intende, secondo la teoria di Maucci, esperto carsista, "quel tipo di erosione per cui all'interno del massiccio calcareo si sviluppano cavità fusiformi che possono anche arrivare a intersecare la superficie esterna. L'esistenza di un maggior numero di fusi nella zona sotto il condotto d'acqua, che è dovuta alla maggiore quantità d'acqua di percolazione, arriva alla cattura dello stesso corso d'acqua, il cui verso sotterraneo s'inverte rispetto alla direzione di quello primitivo che scorre in superficie. Si tratta, quindi, di una vera e propria retroversione del corso. Nella parte terminale sono ancora presenti meandri e anse molto strette. Le caratteristiche che riscontriamo sono i riempimenti rappresentati dal latte di monte (si usa anche il termine tedesco Mondmilch, che, però, letteralmente si tradurrebbe "latte di luna"), sostanza, di solito notevolmente idratata, di tipo calcitico di recente formazione e legata ad acque di percolazione e a scorrimenti incanalati, con depositi e colate che assumono spessori di vari decimetri.