informatizzaz. a cura di B. Durante

Negli anni '90 le ondate dell'emigrazione verso le Americhe, Argentina, Brasile e Stati Uniti avvengono in una situazione per cui il Brasile assorbe quanto la crisi politica ed economica dell'Argentina del 1890-91 e l'insufficiente domanda di lavoro di Europa e Stati Uniti, le cui economie sono afflitte dalla crisi degli anni '90, rigetta".
L'emigrazione in America Latina, sollecitata col miraggio di una libera colonizzazione, fornì l'esperienza "che il settore agricolo mondiale, quando domandava braccia o "coloni" italiani, lo faceva per costringerli entro rapporti di produzione più arretrati di quelli dei rispettivi settori extra?agricoli".
Anche a questa esperienza si dovette se, fra la conclusione degli anni '80 e la vigilia della prima guerra mondiale, sviluppatasi la new immigration negli Stati Uniti, gli italiani vi comparvero al primo posto davanti a russi, austriaci, ungheresi, polacchi, inglesi, irlandesi, tedeschi e scandinavi.
Ciò si verificò in una fase di sviluppo dell'economia statunitense che tra il 1880 e il 1920 vide crescere l'occupazione operaia nelle industrie manifatturiere da 3 a 12 milioni di unità circa.
Un aspetto tipico di questa ondata migratoria negli Usa fu il fatto che essa rallentò l'immissione di mano d'opera negra nelle occupazioni operate, dando luogo ad una aggregazione piramidale di gruppi sociali ed etnici, che vedeva la new immigration nativa distribuita fra le categorie di mano d'opera semispecializzata, la new immigration non nativa con un'alta quota di mano d'opera non specializzata, e infine i negri addetti per la grande maggioranza a mansioni non specializzate.
Ne risultava, negli Stati Uniti come in altri paesi industrializzati d'Europa, "un complesso e pianificato congegno capitalistico di ingegneria sociale dell'emigrazione, basato sulla progressive sostituzione di nazionalità, attuata reclutando ogni volta da paesi sempre più arretrati".
Uno strumento di tale reclutamento furono le miriadi di agenti che operavano in Italia e nei paesi di emigrazione, specie nelle campagne, e che "furono un fattore di primaria importanza nell'imprimere al moto il primo avvio" Gli agenti offrivano una assistenza "tecnica" tanto necessaria a masse rurali semianalfabete quanto unica, fornendo passaporti, nullaosta militari, lettura di documenti e via dicendo. Alla fine del secolo l'esercito formato da agenti e sub?agenti sarebbe giunto a contare sin le 20.000 unità (da "A.Capone, cit.")
[l'immagine originale è custodita a Roma presso il "Centro Studi Emigrazione"]