MOLINI DI TRIORA (con cenni a Corte e Andagna)

Antica villa di Triora in ALTA VALLE ARGENTINAfu quella di Molini località dall'onomastica molto antica e così detta per la quantità di frantoi e mulini> piccola nel medioevo aumentò di popolazione tra '400 e '500 e si moltiplicarono le case dei residenti: ormai era un vero paese, i cui abitanti mal sopportavano il disagio di recarsi a Triora per le funzioni e le altre attività connesse alla chiesa (i Parroci erano anche amministratori, svolgevano funzioni di tipo anagrafico e notarile, scrivevano ed amministravano per i tanti illetterati che esistevano, gestivano scuole, corrispondevano con personaggi importanti e non di rado andavano a curare pratiche presso gli uffici, statali e religiosi, dei centri di costa). Su richiesta dei capifamiglia, Molini ottenne la sua parrocchia nel 1486, seguita da ANDAGNA nel 1596 e quindi dal paesino di CORTE nel 1623.
Nel XVII sec. un grande fervore caratterizzò Molini di Triora, destinato ad un'evoluzione socio-economica in funzione della sua peculiarità economico-commerciale. Il paese, nonostante sia diventato comune autonomo da Triora solo nel 1903, raggiunse proprio nel '600 particolari previlegi rispetto ad altre località della Podesteria, per il concentramento di quella attività molitoria, favorita dalla confluenza di due torrenti, che ha originato il toponimo, attestato come Molendinum dal 1271. L'incremento dell'attività permise il concentrarsi di una crescente ricchezza fra i residenti che aumentarono erigendo case di proprietà non prive di ornamenti.

E' da citare la PARROCCHIALE BAROCCA DI S. LORENZO che, dell'originaria del '400, conserva il portale (murato sulla facciata a lato del portale è un frammento di sovrapporta della Parrocchiale di S.Lorenzo: un buon reperto -forse di scuola del Gaggini- datato 1486 sul bordo inferiore e caratterizzato da un "Trigramma", coronato e fiorito, in una cornice a cordone avvolta da un cerchio fiammeggiante).
A valle della chiesa si scopre un capitello cubico del tipo semplice proprio del tardo gotico reimpiegato, come pietra d'angolo, in un edificio signorile: nel paese non mancano bei portoni e sovrapporta anche se l'elemento più significativo è la "Crocifissione" (nella chiesa cimiteriale di N.S. della Montà) di pittura "minore" d'ascendenza piemontese e provenzale che, qui, è da attribuire a quell'Antonio Monregalese che oprò a Bastia Mondovì ed a Molini di Triora anticipando pittori di simile provenienza ed artisti come i Biazaci di Busca o il Canavesio (questa valorizzazione artistica, l'impegno economico che comportava avevano un senso che alicava la realizzazione dell'effigie sacra: erano espressione d'un borgo di valle che affermava la sua autonomia commerciale ed imprenditoriale. In tal senso ha significato questa ricerca di migliorie pubbliche della sempre più grande località di "Molini": destinata ad acquisire nel '600 una semiautonomia amministrativa rispetto a Triora.

La CHIESA SANTUARIO DELLA MADONNA DI MONTA' era l'antica parrocchiale di MOLINI DI TRIORA eretta nel XII sec. ma rifatta in stile tardo gotico nel XV sec.: la chiesa è a 3 navate divise da colonne ed ha volte a capriate nelle navate laterali.
Il Santuario conserva diversi affreschi fra cui i più significativi sono quelli di Antonio da Monteregale e cioè la Crocifissione, la Vergine e i Santi, il Cristo nel Sepolcro fra i Santi Antonio Abate e Biagio.
Il culto per la MADONNA DELLA MONTA' è antico e molto sentito in questa zona: esso è colegato alla devozione per i defunti e del resto la chiesa presiede ad un'area cimiteriale.
Era famosa la celebrazione della DEPOSIZIONE DELLA CROCE che cadeva al Venerdì Santo con l'utilizzazione alla sera del suono della campana del santuario (chiamata "Salve Regina") per chiamare i fedeli alla preghiera per i defunti.

CARPASIO costituisce un centro della medio-alta valle dell'Argentina o meglio nella conca laterale della stessa, quella che è percorsa dal rio Carpasina che è un aggettivo femminile, concorfato con aqua, derivato dal nome dell'insediamento (CARPASIO/CARPAXIO in documenti del XII secolo.
Il fatto che l'idronimo (cioè il nome del fiume) sia stato generato dal toponimo (cioè il nome dell'insediamento) è una testimonianza dell'antichità del sito (questo interscambio di nomi avviene semmai, in genere al contrario, cioè dal fiume al complesso demico).
Testualmente la Petracco Sicardi, nel suo contributo al dizionario UTET di TOPONOMATICA, sotto la voce CARPASIO scrive:"La dizione locale karpaze ha suggerito l'ièpotesi che si tratti di un prediale in "-ako", fissatosi nella forma del plurale (Carpacis) dal cognome Carpus o Calpus. Tuttavia poiché il modello prediale in -aco sembra estraneo alla Liguria e normalmente alla base del toponimo prediale sta un gentilizio, potrebbe trattarsi di un prediale senza suffisso da un Carpasius affine a Carpius, Carpeius, Carpinius".
Ragionamento interessante e che comunque coniuga CARPASIO con l'estrema antichità della zona costiera della VALLE ARGENTINA oltre che con il variegato complesso di strutture pubbliche e ville romane identificato per ampi tratti in questo VASTO TERRITORIO tra Sanremo e S.Lorenzo.
La popolazione di questo borgo montano basò il proprio sostentamento sull'attività zootecnica intesa sia come allevamento che commercio con particolare attenzione alla cura delle piccole bestie come un tempo si diceva alludendo alle capre.
Già possesso dei conti di Ventimiglia, poi passato al ramo dei Lascaris nel 1455, il paese cadde quindi nel 1575 sotto il controllo dei Savoia ma fu sempre conteso tra questa potenza e Genova, appartenendo al cui Dominio avrebbe garantito una copertura strategica per il passaggio fra queste zone montagnose: anche per tale motivo CARPASIO rientrò tra gli obbiettivi militari delle due principali guerre qui combattute fra Genova e Piemonte quella del 1625 e quella del 1672.

Tra gli edifici più significativi di CARPASIO è da ricordare la PARROCCHIALE DI S.ANTONIO che risale al 1404 ma che è stata riedificata secondo lo stile del barocco ligure e cge è caratteristica soprattutto per il campanile inclinato.
E' quindi da citare, nella frazione COSTA di CARPASIO, il MUSEO DELLA RESISTENZA in cui sono conservati molti cimeli della guerra partigiana: la sua esistenza è connessa all'eroica battaglia del 4-5 settembre 1944 combattuta e vinta dai partigiani presso il monte Grande.

-Nella valle del Prino sul colle Gagliardone, in seguito nominato Monte Calvario, sorge il SANTUARIO DI SANTA CROCE edificato ai primi del '700 per volontà del prete Bartolomeo Bruno e grazie alla munificenza di Teresa Ricci.
L'edificio sacro è costituito da un unico vano centrale con copertura a vela: nel 1723 l'edificio fu poi arricchito con l'aggiunta di un portico davanti all'ingresso ed ancora nel 1727 fu data la veste finale al complesso.
Si apprende ciò dal Libro delle spese e decreti della Compagnia della SS.ma Trinità del riscatto dei poveri schiavi dell'Oratorio del Monte Santuario, libro che si conserva all'Archivio del Santuario e che è stato studiato, assieme all'edificio cultuale, da Rinangelo Paglieri e Nadia Pazzini Paglieri che ne hanno dato puntuale rendiconto nella rivista "Riviera dei Fiori", 1983 nell'articolo "Due edifici religiosi nella Valle di Porto Maurizio...".
Giova qui precisare che, come detta il nome della CONFRATERNITA DEI TRINITARI che avrebbe fatto erigere il Santuario, questo era un ex voto per il salvataggio degli schiavi cioè per il riscatto dei cristiani fatti prigionieri dai pirati Turchi ed ancora ai primi del '700 venduti in pubblica piazza al mercato di Orano.




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