cultura barocca
Inf. Durante Condanna della contraccezione, attribuita alle donne pagane come una colpa grave, per pratiche sessuali a scopo di piacere e non di concepimento: dal XVI secolo una larvata "tolleranza" dei profilattici meccanici qual forma di protezione contro patologie veneree, atteso soprattutto il dilagare della lue o sifilide

In definitiva tra la VERGINE e la DONNA MERETRICE O PUTTANA (sulla linea di altre ambiguità cui si è fatto prima cenno) secondo il Diritto e le costumanze dell'Età Intermedia correva un "tragitto" che poteva risultare "brevissimo" quanto al contrario "interminabile". E così la Vergine (incolpevole vittima di molestie sessuali o addirittura di uno stupro ma ritenuta inattendibile qual testimone nè in alcun modo risarcita) emarginata dalla famiglia facilmente dall'esser icona del bene in potenza passava nel negativo ad emblema del male in potenza: di maniera che in forma silente ma pressoché consequenziale le si apriva la condizione di Donna meretrice o puttana che secondo le costumanze era reputata una criminale passabile di severissime pene.
Ed a completare il disegno di una catastrofe esistenziale su questa figura di Donna al limite pesavano terribili retaggi medievali: sì che la
PRATICA DEL SESSO MERCENARIO, NEI LUOGHI "ISTITUZIONALI" COME BORDELLI E/O LUPANASRI MA NON SOLO
volta per volta la faceva accostare alla strega o all'idolatra pagana la concubina di Babilonia.
Quest'ultimo caso poggiava su tutta una letteratura basata su postulazioni antifemministe, in parte sull' epocale interpretazione di una società assolutamente maschilista quanto -e questo potrà sorprendere- sulla storica avversione per l'Islam. Non a caso uno degli epiteti più spregiativi a riguardo di una PROSTITUTA/MERETRICE fu nell'età di mezzo quello di BALDRACCA che racchiudeva la valenza semantica di Donna di Bagdad quindi di Donna medio-orientale e più estesamente di Donna Araba nel senso colpevolizzante di Donna di quel mondo islamico contro cui da secoli la Cristianità combatteva per il controllo della Terra Santa.
Ma nonostante guerre, pellegrinaggi, rapporti diplomatici ed anche commerci e tentativi di pace e benché qualcosa sempre più si venisse a sapere (anche grazie ad alcune cinquecentesche relazioni di viaggiatori e schiavi qui digitalizzate come quella di Gio. Menavino Genovese da Voltri ed ancora quella di Bartholomeo Giorgievits) la sostanza dei dati a riguardo dell'Islam ancora tra XVI e XVII secolo rimase assimilata ad una globale disinformazione perdurata a non molto prima che tra '700 e '800 si diffondessero in Europa queste "Relazioni di Viaggi di diversi Autori in Medio Oriente qui integralmente digitalizzate" = una globale disinformazione di cui scrisse, sollevando molti veli e discoprendo altrettante verità, in questa sua monumentale opera quel grande islamista che fu Aldobrandino Malvezzi.
In particolare, dapprima, rivisitando criticamente la poligamia islamica e facendola rientrare fra i diversi "motori" (basti qui citare fra questi l' errata equazione "acqua - bagni - terme - igiene = lussuria" anziché la corretta equazione "acqua - bagni - terme - igiene = cura del corpo quale profilassi contro malattie") insiti nel cristianesimo medievale e anacoretico destinato ad influenzare potentemente ed a lungo l'antifemminismo nel contesto del creazionismo del mondo divenendo un cavallo di battaglia dagli interpreti ufficali per cui il peccato di Eva era ritenuto più grave di quello di Adamo: tale "cavallo di battaglia" resistendo anche a fronte del vigoroso fiorire di una letteratura femminile e femminista.
In maniera poi assai estesa il Malvezzi si è impegnato a dare risalto e peso nel suo contesto di riflessioni su questa genesi di un paranoico antifemminismo alla pubblicistica cristiana avverso l'Islam e poi l'Impero Turco.
Il celebre studioso evidenziò come fosse falsa la fama di lussuriose alle donne arabe giudicate continuatrici comportamentali delle donne pagane e romane attribuita dai controversisti ed in dettaglio collocò alla radice di tale postulazione la partigiana e faziosa lettura della Sura 34 = detta Azoara del Corano per certi aspetti a tal punto dilatata verso l'inverosimiglianza nelle considerazioni di Nicolò di Cusa da iudicare l'elaborazione interessata e/o superstiziosa di un vero e proprio manifesto dell'antifemminismo sì che dall'antinomia Vergine-Puttana per via di una reiterata sequenza d'ulteriori binomi mediamente incentrati sulla sensualità e imprevedibilità femminea si raggiungeva l'acme della negatività nell'elaborata equazione di
da DONNA IDOLATRA E/O PAGANA uguale DONNA MALEFICA E/O STREGA

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