informatizzazione a cura di B. Durante

Denis Diderot (Langres, 5 ottobre 1713 - Parigi, 31 luglio 1784) è stato un filosofo e scrittore francese; fu uno dei massimi rappresentanti dell'Illuminismo. Fu insieme a D'Alembert, il principale redattore della Encyclopédie.
Di famiglia borghese benestante, dopo aver studiato presso il collegio gesuita della città natale, si trasferì a Parigi per iscriversi all'Università; ne uscirà nel 1732 con il titolo di magister artium. Sprovvisto di un preciso indirizzo di carriera, Diderot si adattò ai più diversi lavori. Fu anche scrivano pubblico e precettore, frequentando, come molti altri giovani bohémien, i salotti ed i caffè in cui circolavano le idee illuministiche e libertine. Qui conobbe un altro provinciale come lui, Jean-Jacques Rousseau, con cui costruì un intenso quanto burrascoso rapporto. Studiò greco e latino, medicina e musica, guadagnandosi da vivere come traduttore. Nel 1745 tradusse il Saggio sulla virtù e sul merito di Anthony Shaftesbury, del quale ammirò le idee di tolleranza e di libertà. In seguito, assieme a François-Vincent Toussaint e a Marc-Antoine Eidous, lavorò alla versione francese del Dictionnaire universel de medicine (Paris 1746-1748) del medico inglese Robert James.
Sotto questa influenza si collocano i Pensées philosophiques (Pensieri filosofici) del 1746, di intonazione deista, La sufficienza della religione naturale e La passeggiata dello scettico del 1747, tutti aspramente critici verso la superstizione e l'intolleranza. Risalgono al 1748 il romanzo libertino I gioielli indiscreti ed al 1749 la Lettera sui ciechi ad uso di coloro che vedono di intonazione sensista e materialista. Già questa prima rassegna di titoli (cui vanno aggiunti anche alcuni saggi di matematica) lascia intravedere due caratteristiche fondamentali della personalità intellettuale del filosofo, vale a dire la vastità dei suoi interessi - che spaziarono dalla filosofia alla biologia, dall'estetica alla letteratura - e la flessibilità dei generi di scrittura da lui praticati, particolarmente congeniale al carattere mobile, aperto e dialogico del suo pensiero. Incarcerato a Vincennes per taluni di questi scritti, giudicati sovversivi, il grande pensatore trascorrerà cinque mesi di prigionia piuttosto blanda, dal 22 luglio al 3 novembre 1749.
Nel frattempo era incominciata anche la grande avventura dell'Encyclopédie, che lo occuperà instancabilmente per il successivo quindicennio. Di quest'opera Diderot sarà il più infaticabile artefice, scorgendo in essa una irrinunciabile battaglia politica e culturale e sostenendola pressoché da solo, dopo la defezione di Alembert Jean-Baptiste Le Rond detto Jean d'Alembert nel 1759. Viceversa, Diderot non darà in genere circolazione pubblica ai propri scritti, molti dei quali rimarranno quindi del tutto sconosciuti al di fuori della ristretta cerchia dei filosofi, per venire pubblicati solo dopo molti decenni dalla sua morte (alcuni addirittura dopo la seconda guerra mondiale).
Appartengono a questo periodo - la pubblicazione dell'Encyclopédie si concluderà definitivamente solo nel 1773 - altre importanti opere, tra cui si possono ricordare i fondamentali saggi filosofici L'interpretazione della natura (1753) ed il Sogno di d'Alembert (1769), i romanzi La monaca [scritto nel 1760, che è un atto di accusa contro la vita conventuale del sec. XVIII e che il Manzoni avrà presente per la monaca di Monza dei Promessi Sposi ], e Jacques le fataliste et son maître (Giacomo il fatalista e il suo padrone), dove alla trama si sostituisce il dialogo tra servo e padrone, sulle loro storie d'amore, che stanno a dimostrare come in realtà nell'ampio concetto di natura venga a essere superata ogni antinomia.
Una delle sue opere principali fu il trattato sull'arte teatrale Paradoxe sur l'acteur , ancora oggi una delle opere più importanti sull'arte della recitazione. Diderot svolse un ruolo capitale anche nella storia della critica d'arte e nella storia dell'arte. Quest'ultima disciplina, nasce intorno agli anni trenta del secolo dei lumi, contemporaneamente alla storia della letteratura promossa dai protestanti rifugiati in Olanda e dai benedettini di Saint-Maur. Diderot vi contribuisce dischiudendo una strada che condurrà sino a Baudelaire (cfr. Scritti sull'arte, tr. it. Torino, Einaudi 1992), potendo avere accesso alla pittura del XVI e XVII secolo presente nelle collezioni del duca d'Orléans al Palais Royal, nelle collezioni di de La Live de Jully in rue Richelieu, nonché nelle collezioni dell'amico barone d'Holbach. Diderot è il primo a riunire il punto di vista tecnico a quello estetico nella sua critica d'arte che è raccolta principalmente nella serie di impressioni ch'egli consegna in forma epistolare in occasione delle esposizioni parigine - i Salons - alla Correspondance littéraire dell'amico Grimm. Il Salon , iniziativa dapprima annuale, poi biennale dal 1746 al 1781 è un'esposizione di pittura che si apre al mattino del giorno della festa del re, San Luigi, il 25 agosto e che dura all'incirca fino alla fine di settembre. L'ingresso è gratuito. Se il resoconto diderottiano del Salon del 1759, il primo redatto da Diderot per la Correspondance littéraire , non è che un articolo di una quindicina di pagine, a partire dal 1761 e dal 1763 queste lettere divengono il terreno su cui Diderot formula alcuni dei suoi princìpi estetici più importanti, disseminandovi altresì riflessioni filosofiche storiche e morali. Esiste dei Salons diderottiani una splendida edizione curata da Jean Seznec,(Oxford, 1975-1983) che affianca al testo diderottiano la riproduzione delle opere d'arte citate rintracciabili. Un'edizione più accessibile occupa il IV tomo delle Oeuvres curata da L. Versini, Paris. Laffont, 1996, pp. 171-1005.
La vita privata di Diderot fu intensa, libera, focalizzata intorno a centri affettivi di grande importanza come la famiglia - si sposò nel 1743 con una corniciaia, Antoinette Champion detta Nariette, avendo dal matrimonio una figlia amatissima - ed, a partire dal 1756, l'amica ed amante Sophie Volland. Di quest'ultima relazione ci resta un epistolario di grande valore, oltre che biografico, letterario e storico. Nel 1773 il filosofo si recò a Pietroburgo, dove stese per l'imperatrice Caterina II di Russia diversi progetti di riforma della società e dell'istruzione. Fu un durissimo colpo la morte di Sophie nel febbraio 1784; ed il 31 luglio dello stesso anno Diderot, addolorato, morirà a Parigi. L'autopsia, che fu eseguita secondo la volontà espressa dallo stesso Diderot, ascrisse la causa della morte a ipertrofia cardiaca.
[tratto da "Wikipedia - l'enciclopedia libera on line"]