Informatizzazione a c. di Bartolomeo Durante

CASSANDRA FEDELE (1465-1558) vide la luce a Venezia, nel 1465 ed annoverava tra i suoi parenti un medico, un vescovo, un avvocato ed anche un banchiere incaricato del conio delle monete di Venezia. Figlia di Angelo Fedele, di cui si hanno pochissime notizie, fu da questi spinta allo studio. Bambina prodigio, fu mandata a studiare da Gasparino Borro, un monaco letterato, maestro di retorica. Da Gasparino imparò il greco, la filosofia, le scienze e la dialettica. Pur non avendo mai tenuto una cattedra universitaria, tra il 1487 e il 1497, fu molto attiva nei circoli umanistici di Padova, e partecipò a pubblici dibattiti filosofici e teologici, con studenti e professori dell'università. Cassandra Fedele fu molto vicina ad intraprendere una carriera universitaria, in Spagna. Corrispose per otto anni con i reali aragonesi, che la invitarono a raggiungerli a corte, ma la guerra, provocata dalla discesa di Carlo VIII, re di Francia, a Firenze, Roma e Napoli, impedì la partenza della giovane. Cassandra si ripromise di partire appena fosse finita la guerra, ma la pace sopraggiunse solo nel 1490, quando Cassandra non aveva più possibilità di partire, prima del suo matrimonio. Mantenendo sempre forti legami epistolari, con gli umanisti del suo tempo, corrispose con letterati della corte di Lorenzo de' Medici e con gruppi intellettuali dell'Università di Padova. Tenne i rapporti anche con la corte aragonese di Spagna, in particolare con Eleonora d'Aragona, con la figlia Beatrice d'Este e suo marito Ludovico sforza, duca di Milano. Quando Cassandra raggiunse i trent'anni, la sua fama di bambina prodigio, e di donna di rara bellezza, sfumarono, ed ella perse tutte le possibilità di raggiungere nuovi traguardi. Il suo matrimonio, inoltre, avvenuto nel 1499, con il medico Gian Maria Mappelli, si dimostrò incompatibile con la sua carriera. Trasferitasi con lo sposo a Creta, dove questi eseguiva i suoi esperimenti di medicina, smise di scrivere. Al suo ritorno a Venezia, inoltre, a causa del naufragio, perse ogni avere, e si ritrovò in stato di profonda indigenza, che fu aggravato dalla scomparsa, contemporaneamente, del marito e del padre. Nonostante la sua salute precaria, e la preoccupante povertà in cui si trovò, Cassandra Fedele non si perse mai d'animo, e continuò a lavorare, come priora di un orfanotrofio, fino all'età di novantatré anni. Alla sua morte, sopraggiunta nel marzo del 1558, fu accompagnata, da una solenne processione, nella Chiesa di San Domenico, dove il suo corpo fu deposto su una lastra di marmo con il capo cinto d'alloro ed i suoi libri preferiti in mano. Delle sue opere, purtroppo, resta molto poco, ed il suo libro De ordine scientiarum, non è mai stato trovato. Nelle biblioteche italiane è invece reperibile a riguardo di Cassandra Fedele il volume Clarissimae feminae Cassandrae Fidelis Venetae Epistolae & orationes posthumae, nunquam antehac editae. Iac. Philippus Tomasinus e m.ss. recensuit, praemissa eius vita, argumentis, notisque illustrauit. .. , Patauii : prostat apud Franciscum Bolzettam, 1636 (Patauii : typis Liuij Pasquati, 1636) - 228, [4] p. : ill., 1 ritr. calcogr. ; 8o. - Marca di Pasquati (grifone) in fine - Ritr. dell'A. a c. A7v. - Segn.: A-N8P4 - Impronta - o-r- s.S. ine- fuso (7) 1636 (R) Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca delle facoltà di Giurisprudenza e Lettere e filosofia dell'Università degli studi di Milano - Milano - Biblioteca civica - Padova - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma - Biblioteca dell'Accademia delle scienze - Torino - Biblioteca civica - Padova.

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