cultura barocca
Ma il Gandolfo soprattutto per Angelico Aprosio ebbe una stima ed un affetto, ricambiati de resto, profondissimo = lo constatiamo nei citati "Fiori Poetici" laddove ne scrisse trattandone poi i progressivi successi cuturali e dedicando un sonetto acrostico alla sua più importante realizzazione a stampa ovvero la "Biblioteca Aprosiana" edita nel 1673. Le aspettative di Aprosio, come scrisse al grande Magliabechi, erano state davvero ben riposte, difficilmente avrebbe trovato miglior fido discepolo e custode dei suoi libri (si aggiunge qui una sola curiosità, che dopo aver sistemato a fine dei "Fiori Poetici" l'elenco degli autori che variamente scrissero dell'Aprosio il Gandolfo per indicarne la grandezza, abbia qui, e quindi nela stessa opera, citato Gregorio Leti, o forse no! forse era un elogio ancora maggiore se un letterato illustre ma apostata e con opere ascritte ai "libri proibiti" elogiava così apertamente un "vicario dell'Inquisizione" quasi a sottolinearne le capacità di sceverare con apertura mentale ed autonomia d'espressione tematiche controverse e decisamente controcorrente
Informatizzazione a cura di Bartolomeo Ezio Durante CLICCA E VOLTA PAGINA

CLICCA PER RITORNARE ALLA VOCE "GANDOLFO"