INFORMATIZZAZ. DI B. E. DURANTE

APOSTOLO ZENO (Venezia, 11 dicembre 1668 – Venezia, 11 novembre 1750) fu poeta, librettista, giornalista e letterato italiano.
Nobile veneziano, fu nel 1691 tra i fondatori dell'Accademia degli Animosi. Nel 1695 compose il primo libretto d'opera, Gl'inganni felici, che ebbe grande successo rendendolo librettista alla moda. Dal 1705 collaborò con Pietro Pariati, riservandosi le scene teatrali e lasciando al Pariati la composizione dei libretti.
Iniziò l'attività di giornalista letterario nella Galleria di Minerva, assumendone poi anche funzioni direttive ma ne prese le distanze quando si rese conto di non essere riuscito a darle l'impronta desiderata, tanto che finì col definirla una "scempiaggine". Nel 1710 insieme al fratello Pier Caterino Zeno, Scipione Maffei e Antonio Vallisneri fondò il Giornale de' letterati d'Italia, sostenendo che era necessario che gli italiani realizzassero un loro giornale .
Il trimestrale ebbe collaboratori di prestigio come Scipione Maffei, Antonio Vallisneri, Eustachio Manfredi, Ludovico Antonio Muratori, Giovanni Battista Morgagni, Giambattista Vico, Bernardino Ramazzini: mosso soprattutto dalla volontà di giovare agli studi italiani, ebbe un buon successo.
Chiamato Apostolo Zeno all'incarico di poeta cesareo alla corte imperiale di Vienna, nel 1718, il fratello Pier Caterino ne assunse la direzione fino al 1732 e ne rese annuale la periodicità.
A Vienna APOSTOLO ZENO rimase fino al 1729, quando gli subentrò PIETRO METASTASIO.
Tornato a Venezia, si dedicò soprattutto a opere di erudizione e alla numismatica.
Compose 36 libretti d'opera d'argomento storico e mitologico, fra i quali Gli inganni felici, 1695, Faramondo, 1698, Lucio Vero, 1700, Merope, 1711, Alessandro Severo, 1716, Griselda, 1718, Teuzzone, 1719, Semiramide, 1725, e 17 azioni sacre per oratori. Fra le opere letterarie sono da menzionare le Dissertazioni vossiane sono delle aggiunte e correzioni al De historicis latinis del Voss, mentre furono pubblicate postume le sue Annotazioni alla Biblioteca della eloquenza italiana di Giusto Fontanini. Ampio è il suo Epistolario.
Il LANDI qui però si riferisce Zeno al Vocabolario degli Accademici della Crusca / compendiato da un accademico animoso secondo l'ultima impressione di Firenze del 1691, [ si è vista la 4. ed. ricorretta in Biblioteca della Società napoletana di storia patria - Napoli - pubblicata In Venezia : appresso Lorenzo Basegio, 1729 - il nome di APOSTOLO ZENO è tratto da: L. Caetani, Saggio di un dizionario bio-biografico italiano, p. 74 ].
Il libretto d'opera doveva per APOSTOLO ZENO possedere capacità di sintesi drammatica per ricavare un intreccio che si adatti agli schemi operistici e con un linguaggio che si pieghi alla sovrapposizione musicale e sia di facile comunicazione. Dalle condanne espresse sul melodramma, di essere inverosimile e grossolano e di mortificare l'espressione letteraria, nacque l'esigenza di maggiore verosimiglianza nell'intreccio e di dignità letteraria del testo. Lo Zeno fu il primo ad avviare una riforma rendendo il melodramma più sobrio, secondo i principi arcadici, sviluppati poi dal Metastasio; ispiratosi alla tragedia francese, rispettò, come quella, la regola dell'unità di tempo e di luogo, ridusse il numero dei personaggi e delle scene ed eliminò i ruoli buffi, costruendo le opere in modo che potessero essere rappresentate anche senza musica. Tuttavia l'azione drammatica nei suoi lavori restò rigida e senza vita e l'invenzione fantastica assai povera.
Francesco De Sanctis, riferendosi al Metastasio, scrisse poi che "se guardiamo al meccanismo, il suo dramma è congegnato a quel modo che avea già mostrato Apostolo Zeno. Ma il meccanismo non è che la semplice ossatura. Metastasio spirò in quello scheletro le grazie e le veneri di una vita lieta e armoniosa. E fu il poeta del melodramma, di cui lo Zeno era stato l'architetto". [testo tratto da WIKIPEDIA - L'ENCICLOPEDIA LIBERA ON LINE]