INTERREGNO DEL 68: I 3 IMPERATORI, GIULIA PROCILLA E C. GIULIO AGRICOLA, LA PRIMA DISTRUZIONE DI VENTIMIGLIA ROMANA

L'Impero, dopo la morte di Nerone, fu travolto da crisi istituzionale la cui risultante immediata fu la lotta fra diversi pretendenti al trono: tra il 68 ed il 69 d.C. Galba, Otone e Vitellio si combatterono per giungere al potere.
Caduto Galba, forse il migliore dei tre, i generali di Otone marciarono per la Liguria occidentale. Li aspettava un vitelliano intransigente , il procuratore delle Alpi Marittime Mario Maturo, che, fatta una leva tra i suoi amministrati, mosse contro gli otoniani .
I soldati regolari ebbero la meglio sull' esercito di Maturo, costituito da inopes agrestes et vilia arma (contadini male armati): però i legionari di Otone più che alla vittoria ambivano al bottino e, non trovandolo tra gli sconfitti vitelliani, marciarono verso il municipio intemelio, puntando soprattutto al nucleo urbano di Ventimiglia Romana.
Saccheggiarono i campi, il suburbio ed il nucleo urbano di Albintimilium: la capitale nervina fu distrutta e tante proprietà vennero devastate.
Tacito elencò le violenze compiute a Ventimiglia dagli Otoniani poiché la madre di suo suocero Agricola, la nobile IULIA PROCILLA, perse la vita, assieme a molte altre persone, in un suo podere nell'agro intemelio [una tradizione, senza particolare fondamento però, vuole che i poderi della donna sorgessero nel sito di Latte denominato Villa Martis e che lì la donna sia stata assassinata].
Cneo Giulio Agricola partecipò di persona ai funerali della madre che si tennero solennemente nella città colpita dall'invasione "otoniana".
Non si esclude, dato il prestigio sociale e militare di Agricola, che proprio questi abbia risollevato le sorti del territorio intemelio, contribuendo alla ricostruzione della distrutta città [Tacito (Agr., 43, 1) ricorda la popolarità di Agricola: alla notizia della sua morte "anche la folla e il popolo di Roma nonostante la sua indifferenza, andò frequentemente davanti alla sua dimora e parlò di lui sui luoghi e nei gruppi". Del resto la fama di guerriero, invitto e leale, lo accompagno per l'esistenza].
Senza escludere l'intervento dello Stato che, scomparsi Otone e Vitellio, trovò nel primo esponente della nuova dinastia imperiale Flavia, Vespasiano, una guida salda oltre che un restauratore della pace.

Dopo la distruzione degli "otoniani", il Municipio di frontiera godette di un lungo periodo di tranquillità cui diedero avvento gli imperatori della casata Flavia: PACE, che si esaltò in uno splendore di trionfi sotto molti imperatori della "Dinastia detta degli Imperatori per adozione, quando in particolare l'IMPERO raggiunse la sua MASSIMA ESPANSIONE sotto TRAIANO ed il suo ESTREMO SPLENDORE ESISTENZIALE, SOCIO-ECONOMICO e MONUMENTALE sotto ADRIANO (momenti storici di cui Ventimiglia Romana, data anche la posizione importante dal lato commerciale verso le Spagne e le Gallie usufruì notevolmente in un'esplosione demografica, urbanistica, di interventi pubblici e di realizzazioni monumentali di utilità privata e pubblica).
Così dopo i fatti del I sec. d.C. la storia non attribuisce eventi particolari ad Albintimilium che si avvantaggiò di questa situazione storica e della sua postazione commerciale, viaria e marittima, che le permetteva di diventare un NODO SEMPRE PIU' RICCO ED IMPORTANTE visto anche l'incremento dei traffici commerciali con le Gallie e le Spagne diventate importantissime basi commerciali ed industriali, autentici polmoni economici occidentali del vasto Impero ed i cui grandi impresari non potevano far a meno di valutare la positura geografico stradale e portuale di Ventimiglia Romana destinata ad arricchirsi, in un fervore di iniziative urbanistiche rese necessarie dal notevole incremento demografico dipendente anche dal considerevole rilievo dell'immigrazione nella città di tanti operatori commerciali (di cui si ha traccia nelle lapidi scoperte) venuti in queste contrade a porre le basi per qualche azienda commerciale di terre lontane.
Albintimilium sarebbe entrata in crisi solo molto dopo, con la decadenza dell'Impero e con l'avvento dei barbari invasori: ma nulla avrebbe potuto cancellare la splendore di tanti edifici e monumenti sommersi per secoli dalla sabbia eolica ed alluvionale ma poi, seppur faticosamente e solo in parte (ma nell'auspicio di nuovi ritrovamenti) riportati alla luce da una serie di moderne e fauste campagne di scavi archeologici.