PALMANOVA: città-fortezza costruita dai Veneziani su progetto di Giulio Sarvagnon 1593: XVII secolo disegno a penna, l'originale era di Giulio Savorgnan (1619-1595).
"...Per comprendere la nascita di Palmanova e quindi le motivazioni che spinsero la Repubblica di San Marco a impiegare ingenti somme di denaro, uomini e mezzi per costruire ex novo una macchina bellica occorre considerare la situazione geopolitica del Friuli nel secolo XVI.
Nel 1420 Venezia si era impadronita di queste terre considerate un acquisto di rilevante importanza per la difesa dei possedimenti veneziani di terraferma, nonché per il controllo delle grandi vie di comunicazione con il nord est europeo, che avrebbero consentito alla Serenissima un‘ulteriore espansione commerciale.
Nello stesso periodo gli Asburgo (Arciducali) avevano allargato le loro mire espansionistiche in Friuli considerandolo una testa di ponte in Italia e quindi va aggiunta la presenza dei Turchi che con diverse incursioni avevano invaso la pianura friulana, distruggendo interi villaggi.
Questa complessa situazione fu aggravata dalla morte dell’ultimo conte di Gorizia, Leonardo, che non avendo eredi diretti lasciò la contea agli Asburgo e dalla perdita della fortezza veneziana di Gradisca, nel 1511, che creò una conseguente incertezza di confini definiti “a pelle di leopardo” dove “enclaves” venete si inserivano in aree austriache e territori arciducali rimanevano intrappolati nei possedimenti di Venezia.
Nella politica veneziana si fece strada l’idea di rafforzare i propri territori con la costruzione di una nuova fortezza reale.
Nel settembre del 1593 cinque Ispettori Generali inviati dal Senato Veneto e affiancati da esperti militari dell’Ufficio di Fortificazioni di Venezia fissarono concordemente il sito della nuova fortezza su una superficie tra Udine e la colonia romana di Aquileia, posizione centrale nella pianura friulana.
Il 7 ottobre del 1593, a ricordo dell’anniversario della Battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571) che vide la vittoria dei Veneziani sulla flotta turca, si pose la prima pietra per la fortezza chiamata Palma quale simbolo di vittoria e di gloria.
Durante la dominazione veneziana la fortezza fu dotata di due linee difensive con elementi fortificati come la cortina, i cavalieri, il baluardo, la falsabraga, il fossato e il rivellino.
Fu realizzato l’impianto urbanistico interno, costruiti gli edifici civili, le caserme, le polveriere e i quartieri militari.
Il secolo XVIII rappresentò per Venezia la parabola discendente della sua gloriosa storia e anche la città fortezza di Palmanova e il Friuli subirono tale decadenza.
Il 3 marzo del 1797 un ufficiale austriaco entrò con l’inganno in Fortezza e riuscì a conquistare la città, ma gli Austriaci non ebbero il tempo di godere la loro conquista in quanto i francesi di lì a poco, comandati dal Generale Bernadotte presero la piazzaforte.
Dopo la pace di Campoformido Palmanova ritornò nuovamente agli Austriaci che la tennero per qualche anno.
Nel 1805 i Francesi rioccuparono la città stellata.
Napoleone Bonaparte capì l’importanza strategica della fortezza, fece consolidare le strutture difensive esistenti e a partire dal 1806 fece costruire la terza cinta fortificata.
Il Generale Chasselops fu incaricato di eseguire il progetto.
In asse ai baluardi veneziani vennero aggiunte le lunette napoleoniche dotate di gallerie sotterranee e per la realizzazione di queste opere furono spianati i tre villaggi di Ronchis, Palmada e S.Lorenzo, i cui edifici impedivano il tiro dei cannoni della fortezza e potevano offrire riparo ai nemici.
La fortezza così strutturata resistette a due assedi posti dagli Austriaci nel 1809 e nel 1813.
Nel 1814 ritornò all’Austria fino al 1866 quando fu annessa al Regno d’Italia.
Durante la Prima Guerra Mondiale la città diventò un centro di smistamento e di rifornimento per la prima linea situata sull’Isonzo; dopo Caporetto la città fu incendiata dalla truppe italiane in ritirata.
Nel secondo conflitto mondiale la fortezza fu salvata, grazie all’intercessione dell’arciprete della città che fece recedere i Tedeschi dalla decisione di radere al suolo tutta la fortezza.
Con decreto del Presidente della Repubblica nel 1960 Palmanova fu proclamata Monumento Nazionale e l’anno successivo con Decreto Ministeriale venne riconosciuta come “Complesso particolarmente importante” ai sensi della legge 1089/1939.
L’accesso alla città fortezza è consentito dalle tre Porte: Porta Aquileia, Porta Udine e Porta Cividale, unici edifici visibili all’esterno.
La loro composizione non assume affatto un aspetto imponente e fortificato, le linee architettoniche sono ingentilite da guglie, volute e la stessa incamiciatura dei muri è più esigua rispetto a quella dei baluardi e cortine, proprio perché i progettisti pensarono di proteggere queste strutture di controllo, con postazioni più esterne: i rivellini.
Esse conservano ancora oggi le nicchie con i camini, i portoni borchiati e la ruota del ponte levatoio, segni evidenti di come questi spazi venivano utilizzati dalle guarnigioni presenti in fortezza.
La caratteristica di Palmanova per chi proviene dal territorio esterno e si avvicina alla città è quella della sua impercettibilità, proprio perché nella sua logica e complessa struttura tutte le postazioni, i camminamenti coperti e terrapieni non dovevano essere visibili agli assalitori, a tutto vantaggio, invece, dei difensori che conoscendo la funzionalità di ogni elemento fortificato, potevano spostare agevolmente uomini e mezzi in maniera occulta.
La percezione da terra della fortezza immiserisce l’immagine articolata della composizione stellare, così come può essere letta nelle foto aeree o nelle piante della città.
Il visitatore entrando a Palmanova ha il suo primo impatto con l’osservatorio privilegiato: la Piazza Grande.
L’ampiezza di questo spazio esagonale la cui superficie è di 20.000 metri quadrati, consente di apprezzare, soprattutto in seguito alla ristrutturazione del 1999, la particolare simmetria dell’impianto viario della città costituito da diciotto strade radiali che si intersecano in vie anulari.
Sulla piazza si affacciano come in una quinta scenografica il palazzo del Provveditore Generale, il palazzo del Governatore alle Armi, il Duomo Dogale, la loggia della Gran Guardia, il Monte di Pietà, valorizzati da recenti interventi di restauro e quindi di riuso.
Ma se il cuore di Palmanova evidenzia soprattutto l’architettura civile veneziana, l’importanza militare e strategica all’interno della fortezza è ben riconoscile dalle numerose caserme, polveriere e quartieri militari di epoca veneziana e francese.
* ( Con l’ausilio di DIA vengono quindi citati alcuni esempi di restauro e valorizzazione di beni come la Casamatta veneziana, la Polveriera Francese e una Caserma veneziana con descrizione della loro conseguente destinazione d’uso a beneficio della collettività.
Interessante, anche se per alcuni aspetti discutibile, l’opera di restauro di una caserma napoleonica, denominata MonteSanto.
La costruzione seminterrata nel bastione si configura come caserma difensiva in quanto chiudeva completamente il bastione da cortina a cortina ed era munita di feritoie per la fucileria aggettanti all’esterno.
Dal 1993 al 1996 è stata utilizzata per mostre a livello internazionale.
Allo stato attuale è occupata in parte da una società di servizi..."
PALMANOVA OGGI: UNA CITTA’ FORTEZZA DA SALVARE
Oggi Palmanova ha perduto quel significato strategico militare per il quale era stata concepita, a causa del mutato contesto europeo che ha caratterizzato un forte ridimensionamento del contingente militare di stanza nella fortezza fino a pochi anni fa. Ne è derivato l’abbandono e il degrado delle strutture militari e delle cerchie murarie per cui il bene, che ha comunque mantenuto un rilevante significato culturale, rischia di diventare un contenitore vuoto. Da un’attenta analisi elaborata dall’arch. Luciano Di Sopra, urbanista della città, si rivela che la fortezza di Palmanova si sviluppa su una superficie di 1.460.000mq. di cui 460.000mq. di terrapieni sono in buono stato, 420.000 mq. in medio stato e 580.000mq in cattivo stato. I problemi di Palmanova sono stati portati nel corso degli anni all’attenzione dei diversi ministeri competenti, Difesa, Beni Culturali, Finanze, essendo la fortezza un bene dello Stato, ma hanno trovato interessamenti solo parziali e senza continuità. In questi ultimi anni l’Amministrazione Comunale consapevole del valore del patrimonio culturale della Città Fortezza, inteso sia come rafforzamento dell’identità locale, sia come strumento per determinare ricadute positive di tipo sociale ed economico soprattutto nel settore turistico ha avviato una serie di concertazioni con il Ministero per I beni e le Attività Culturali, la Soprintendenza Regionale, con la Regione, in particolare con il Provveditorato Regionale alle Opere Pubbliche per stabilire un iter di riqualificazione delle strutture, in particolare gli edifici militari veneziani e francesi, riconosciuti di interesse storico-artistico, ancora di proprietà del demanio, con l’obiettivo di riconvertirli ad un uso compatibile alle necessità del territorio.
E’ stata attuata una cooperazione in ambito internazionale, che prevede la realizzazione di convegni a cadenza triennale con la partecipazione di città stellate del Giappone, Canada, Russia, Finlandia, Cipro, Francia, Germania, Olanda Vietnam. Tali incontri consentono all’Ente Locale un utile confronto tra realtà fortificate, che pur lontane geograficamente tra loro, hanno come obiettivo comune la salvaguardia e la valorizzazione dei loro beni -fortezza.
Al fine di intraprendere dei corretti interventi per la gestione del proprio territorio, l’amministrazione comunale ha inoltre avviato un rapporto di collaborazione con l’Università degli Studi di Trieste , Dipartimento di Biologia per delle indagini cognitive sulla flora e sulla vegetazione esistenti sulla cinta muraria della fortezza, partendo dal presupposto che lo studio della biodiversità urbana, in particolare quella vegetale, costituisce uno dei requisiti di rilevante importanza per la conservazione, per la ristrutturazione e per la progettazione e gestione delle aree monumentali.
Va sottolineato infine che nell’ambito di questa politica di recupero del bene e con il preciso intento di produrre un progetto globale per la salvaguardia e la valorizzazione delle fortificazioni l’amministrazione comunale ha inoltrato agli organi competenti la richiesta di inserimento di Palmanova nella lista del patrimonio mondiale per la cui protezione è doverosa la cooperazione dell’intera comunità internazionale secondo quanto previsto dall’art.6 della Convenzione Unesco del 16.11.1972 sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale. Allo stato attuale la fortezza di trova nella Tentative List Unesco al 38° posto.
Questo riconoscimento, al quale Palmanova giustamente aspira, potrebbe essere “il biglietto da visita” sul quale fare leva per ottenere dei finanziamenti necessari alla salvezza della città stellata.
BIBLIOGRAFIA
Di Sopra L., Palmanova Città Fortezza - 1593 - 1993, Udine, 1993.
Guacci A.,Visintini C., Palmanova. Il significato di una forma, Udine, 1985.
Tagliaferri A. (a cura di), Rettori Veneti in Terraferma, Provveditorato Generale di Palma(nova), Milano, 1979.
[ORGANIZZAZIONE GENERALE
Cooperativa CULTURA IMPRENDITIVA Brescia, Vicolo San Giuseppe, 5
COMUNITÀ MONTANA DI VALLE SABBIA
in collaborazione con:
REGIONE LOMBARDIA
Direzione Generale Culture Identità e Autonomie
PROVINCIA DI BRESCIA
Settore Cultura
COMUNE DI ANFO FONDAZIONE CIVILTÀ BRESCIANA
ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE DI IDRO "G. PERLASCA"
LA CITTA’ FORTEZZA DI PALMANOVA
Relatore: Gabriella Del Frate]