INF. B. E. DURANTE

DA RACCOLTA PRIVATA


F.L. Del Migliore, Firenze città nobilissima illustrata, Firenze, Stamperia della Stella, 1684, pp. 198-205:
Palazzo de’ Medici, Oggi de’ Marchesi Riccardi.
(…)
[p. 199] Il Palazzo è quadro, e le due facciate principali del suo di fuori accennate nel disegno, furon coperte nel modo, che le si veggono star di presente, con pietra forte abbozze, espresse sotto i tre Ordini dell’Architettura, l’uno sopra all’altro, di Rustico da terra fino al primo cornicione, assai bene rilevate, e in fuori; e di Dorico, e Corintio, di bozze più schiacciate, alla piana. Le Finestre anno gli archi girati a porzion di circolo, con colonnette nel mezzo composite, e ne’ triangoli di esse, sonvi scolpite l’Armi de’ Medici di sette Palle, a distinzion de’ Rami, e delle Case, che da quel medesimo Stipite de’ Medici, son venute su in gran copia, che n’anno portate talvolta otto, e nove; tale è anche di sette quella grande di su la cantonata, che fù quella subbiata per vilipendio, quando i Medici nel 27 furon cacciati di Firenze, e messavi in vece delle Palle, al Croce del Popolo, la quale stettevi fin che non tornarono alla Città; s’osservi, che lo Scudo è subbiato, e le palle rincassate. In quella di mezzo son per aggiunta i tre Gigli di Francia, i primi che usasse la Famiglia de’ Medici, in persona di Piero il figliuolo del predetto Cosimo il vecchio (…); in parte de’ medesimi angoli, si vede ancora scolpita l’impresa di esso Cosimo, d’un Diamante con due Penne, con aggiunta della terza dal Magnifico Lorenzo suo Nipote, alludenti, secondo il Giovio, alle [p. 200] tre Virtù Teologali, con il motto Semper. (…) Le tre Finestre inginocchiate, poste su’ canti, dove fu già la Loggia de’ Medici, son del Buonarroti (…). Una Gelosia di rame traforata, celebrata dal Vasari per Opera del Piloto Orefice, la qual’oggi non vi si vede più, cessata la cagione, per la quale la vi s’era messa, che fu uso del far a sassi in occasione d’allegrezze pubbliche, come seguì lì per le nozze d’una Sorella del Gran D. Franc. Maritata al Duca di Ferrara. (…) [Per la Porta principale] si passa nella parte interiore in una Loggia quadra, alla quale rispondon le Porte degli appartamenti terreni, e nel mezzo il Cortile, separato dalla predetta Loggia, con Colonne di pietra serena, che anno [sic] certi be’ Capitelli compositi, intagliati a foglia d’Ulivo. Nel fregio son’otto tondi di marmo di Cammei antichi, e rovesci di Medaglie, fatti dal famoso Donatello, residuo, dell’antico ornamento di Scultura eccellente, ch’eran già in questo Palazzo, e fra esse un David ignudo di bronzo, alto quanto il vivo, fattura di Donatello, che stava collocato in quel Cortile, e di lì trasferito nel Palazzo della Signoria, quando Pier de’ Medici s’ebbe nel 94 a partir di Firenze esiliato. Un Orfeo fatto a imitazione dell’Apollo di Belvedere di Roma, e un Laocoonte copiato da quell’antico, che è pur in Roma, Opere ambedue del Bandinelli, di lì parimente trasferite nel Casino di San marco, dal Cardinale Carlo de’ Medici. Si sale oggi a’ secondi appartamenti (sin che la Scala magnifica disegnata non è fatta) per un’a Chiocciola, rinovatavi in luogo della vecchia salita, da’ Marchesi Riccardi, che lo posseggono, sul Modello [p. 201] delle molte scale, che simil invenzione si veggono drento, e fuori di Roma, delle quali, una fra l’altre è bellissima del Vigniuola Architetto, a Caprarola Villa celebratissima de’ Signori Farnesi. Così ben si considerò ordinato dall’Ingegniere, per comodità de’ predetti appartamenti superiori, secondi e terzi, che non si sarebbe disuguagliata né richiesta (…) con quella lode alta, datagli dal Giovio, del non essersi veduto, disse egli, ne’ tempi suoi in Italia, nessun Edifizio più leggiadro, né più bello di questo; (…) molto di più si potrà dir questo, se si vedrà, aggiunta quasi altrettanta Facciata di quell’ordine di bozze magnifico, principiato nell’istesso tempo che noi scrivevamo queste cose, dal Marchese Francesco Riccardi, dalla parte principale, lungo la Via larga. La Suppellettile, e le cose di gran valuta, delle quali n’era stato corredato dagli antichi Medici, lasciandosi il dir delle Pitture a fresco di Giovanni da Udine, collocate nelle Camere terrene, l’Istorie di giulio Cesare, del Vasari, e di quelle della venuta de’ Magi, di cui è ornata la Cappella a fresco, di Benozzo Gozzoli, che dipinse anche buona parte del Campo Santo di Pisa, e della Tavola, in cui è la Natività di cristo, di F. Filippo Lippi. Sarà molto più cosa da non credersi da chi prima non seppe, a che segno arrivasse la ricchezza loro; quando a Pier de’ Medici, figliuolo del Magnifico Lorenzo, convenne partirsi di Firenze, l’Argentone Gentiluomo Franzese, che si trovò presente, racconta, maravigliato del ricco addobbo, e delle cose di gran valuta che si vedde, annoverò tra esse (che ci servirà a far concetto degli'’nferiori) un Liocorno intero, di valuta sei, o sette mila scudi, due gran pezzi d’una latro, molti bellissimi Vasi d’Agata, e Cammei, e tre mila Medaglie d’oro, e d’argento, di peso di 40 libbre, che in tutta Italia, asserì, non fossero certamente altre, e tante così belle, e così buone (…).
[p. 204] Da questa Famiglia [Riccardi] adunque è stato non solamente restaurato, e ridotti gli appartamenti alla moderna, (…) ma rifiorito ancora d’un’arrede ricchissimo, non men forse importante, e di valuta dell’antico, di Statue, e Pitture di valent’Uomini, andandovisi preparando una Galleria da collocarvisi massime i Vasi di Cristallo, l’Agate, i Diaspri, i Cammei, e le Medaglie con due Tavolette stimate per l’antichità, una Reliquia, che in una son intagliate l’Effigie di S. Pietro, e di S. Andrea con Lettere Greche, stata dell’Imperator Costantino; e nell’altra l’Imperatrice Irene in maestà con due Aquile da’ lati, e nel petto l’Effigie di Carlo Magno. L’Anello con la Sfinge, creduto quel proprio, con il quale sigillava Cesare Augusto…