cultura barocca
Informatizzazione/testo a cura di Bartolomeo Ezio Durante

APROSIO [ indubbiamente spinto dalla sua indocile e perenne curiosità di sapere fu, come tanti altri della sua epoca, influenzato attesa la poliedricità degli interessi dalle interazioni fra le allora in qualche modo celebri (specie all'estero) ed anche talora davvero funzionali (per quanto da gestire a rischio onde non cadere in superflua OSTENTAZIONE DI BAGAGLIO DI ERUDIZIONE cui neppure l'Agostiniano sfuggì) = la "MATEOLOGIA" (COME QUELLA DI VOETIUS ALIAS GIJNSBERT VOET) e quindi ancora la "POLIMATIA" (COME NEL CASO DI QUELLA RESA FAMOSA ALL'EPOCA DA JOHANN VON WOWERN = MAGARI ESPURGATA DA CERTI ECCESSI)] quale VICARIO DELLA SANTA INQUISIZIONE prese il destro per approfondire più di molti, anzi in maniera quasi unica, il proprio sapere, giustificando innanzi a se stesso ed ai superiori la scelta fatta in rapporto al ruolo da svolgere, occupandosi, oltre i contenuti dei testi canonici e di diritto ecclesiastico, dell'acquisizione di competenze lontanissime nel tempo, in cui si intrecciava il pensiero cristiano con svariate forme sapienziali del paganesimo avvalendosi, oltre che di altri collezionisti ed indagatori del passato dell'opera di Giovanni Battista Casali da una cui opera qui citata e custodita tuttora all'Aprosiana è tratta l'immagine sopra proposta effigiante strumenti propri della romana e pagana aruspicina, in originale custoditi nel Museo purtroppo poi disperso del Casali che occorre rammentarlo fu ascritto tra i "Fautori dell'Aprosiana" anche se erroneamente col cognome deformato in Csali e che parimenti fu come qui si può leggere corrispondente di Aprosio
Nell' aprosiana visione delle cose tutto ciò, oltre a fornirgli dati sempre nuovi, avrebbe avuta anche un'utilità pratica visto che per districarsi fra le varie forme di DIVINAZIONE / PREVISIONE DEL FUTURO [variamente PROIBITE DALLA CHIESA (VEDI IL TESTO INTEGRALE DELLA CINQUECENTESCA COSTITUZIONE DI PAPA SISTO V INTITOLATA, DALL'INCIPIT, COELI, ATQUE TERRAE ] il vantaggio d'addentrarsi quanto mai nella genesi della superstizione sarebbe stato impagabile al fine di svolgere correttamente ed anche più giustamente il proprio ruolo.






E così fu tra i pochi inquisitori che, sia per ambiziosa scelta di crescenti conoscenze come puranche in ragione di orientarsi quanto meno senza vaneggiare nel sopravvivere di credenze popolari cristiane apparentemente incomprensibili ma di indubbia relazione (sincretismo e/a antitesi) con il paganesimo COME QUI SI PUO' VEDERE: AD ES. CASO DI ROVESCIAMENTO DA NINFA A STREGA PER "MAGIA" DELL'ARCOBALENO( DICERIE PERALTRO DIFFUSE SPECIE NELL' ENTROTERRA DELLA SUA STESSA AREA DI COMPETENZA E INTRPRETATE COME RELITTI DEL MAI DEL TUTTO MORTO PAGANESIMO MAGARI ANCHE EVOLUTOSI IN FOLKLORE E NON SEMPRE DA PERSEGUIRE).
Fenomeni comportamentali e spiritali realmente esistiti e combattuti con pervicacia in epoche oramai remote, magari anche con la perdita di importanti manufatti della classicità romana quanto in piccola parte ancora esistenti (vedi i Santuari della Tregua o della Rinascita = di cui si aveva consapevolezza anche se si vede, cliccando qui, trattarsi di un fenomeno tipico della Francia) anche secondo l'interpretazione non però del tutto esaustiva del grande teologo e canonista MARTIN DEL RIO che vedeva prevalere il lato oscuro laddove "il Ventimiglia", edotto anche dalla frequentazioni di genti e luoghi, intuiva sussistere una memoria arcana di arcane spiritualità dimensionata in credenza a volte perniciosa ma talora soltanto colorata di innocente credulità.
E così A. Aprosio finì con il ritenere, giovevole alla sua voglia d'apprendere quanto alle finalità del suo ruolo di religioso, far interagire sempre più la sua passione per l'ANTIQUARIATO/ARCHEOLOGIA/EPIGRAFIA con la disanima di aspetti spirituali della romanità cosa mediamente insolita tra i suoi pari: ne fa fede l'interesse verso i SACRIFICI RELIGIOSI DEGLI ANTICHI ROMANI COMPRESA L'ARTE DELL'ARUSPICINA come a riguardo di una conoscenza il più esauriente possibile dati i tempi dei SACERDOTI operanti nella ROMA IMPERIALE = e per questo trovò grande giovamento dalla lettura dell'opera dell' antiquario ed erudito GIOVANNI BATTISTA CASALI che nel XVII secolo lasciò scritto nel suo Volume De Urbis ac Romani olim Imperii Splendore..., Roma, per il Tani, 1650 di cui qui si può ammirare la splendida ANTIPORTA varie considerazioni sugli ARUSPICI e i SACERDOTI di ROMA ANTICA affermando che si servivano di appositi STRUMENTI per scrutare nelle viscere degli animali immolati durante un sacrificio onde trarne VATICINIO: può parer strano ma, oltre il fatto puramente culturale, siffatte conclusioni del Casali gli giunsero di qualche utilità come inquisitore laddove per esempio ebbe modo di affrontare in tal veste lo strano caso di tal supposta strega veggente di nome MARIA TOSCANA DI VALLEBONA PRATICANTE LA DIVINAZIONE SECONDO I CRITERI DELL' OMPHALOMANTEIA.
Di questi STRUMENTI (CLICCANDO QUI SI VEDE L'IMMAGINE INSERITA NEL TESTO ESPLICATIVO DEL CASALI), provenienti dalle sue investigazioni archeologiche, l'autore denunciava la conservazione in un suo privato MUSEO. Qui in successione si propongono integralmente digitalizzati i capitoli -dedicati con curate riproduzioni di immagini di reperti derivanti dal citato "Museo" purtroppo andato disperso- dedicati dal Casali rispettivamente a SACRIFICI (CON PARTICOLARE ATTENZIONE ALL'ARUSPICINA) (CON PARECCHIE IMMAGINI DI REPERTI APPARTENENTI AL DETTO MUSEO ROMANO DEL CASALI MA ANCHE A QUELLO D'ALTRI ILLUSTRI COLLEZIONISTI COME FRANCESCO ANGELONI A DIMOSTRAZIONE -CONTRO CERTE ATTUALI CREDENZE- DI UN VIVACE SPIRITO DI COLLABORAZIONE E SINERGIA CULTURALE), quindi SACERDOTI ed ancora VESTALI (vedi qui il dibattito sul SENATO DELLE DONNE, distorto dalla propaganda antipagana, l'incomprensione della CIVILTA' E RELIGIONE ROMANA da parte dell' IMPERATORE ELIOGABALO ed il suo disapprovatissimo MATRIMONIO CON LA VESTALE GIULIA AQUILIA SEVERA NELL'IPOTESI ORIENTALEGGIANTE DI GENERARE "BAMBINI SIMILI A DEI") e finalmente SIBILLE (VEDI = ARTE ORACOLARE DELLE SIBILLE, PIZIE E/O PITONESSE = UN ARGOMENTO SU CUI PARIMENTI LA SANTA INQUISIZIONE VIGILAVA E VIGILERA' NEL COSTANTE TIMORE CRISTIANO DELLA PRATICA RITENUTA STREGONESCA SE NON DIABOLICA DELLA FASCINAZIONE GIUDICATA FORMA DI CONDIZIONAMENTO MENTALE, IN PARTICOLARE DELLE DONNE). A fine del Capitolo dedicato ai SACRIFICI AGLI DEI DEGLI ANTICHI ROMANI l'autore dedica uno spazio notevole alla trattazione di un ritrovamento recentissimo, coevo alla sesura della sua opera, realizzato da un altro celebre personaggio e tra tante cose celebre antiquario a sua volta titolare di un proprio Museo di antichità romane: si tratta di CASSIANO DAL POZZO DEL PARI AMICO E CORRISPONDENTE ANCHE DI A. APROSIO) che ragguagliò il Casali del rivenimento di un grande reperto marmoreo raffigurante QUESTO "MARMO" OVE FURONO EFFIGIATE LE VARIE FASI DI UN IMPORTANTE SACRIFICIO AGLI DEI: la scoperta recente e la mancanza di tempo per un'adeguata realizzazione figurata indusse il Casali ad una dettagliata descrizione delle immagini contenuto nella grande reliquia di romanità.