cultura barocca
Informatizzazione a cura di Bartolomeo Ezio Durante L' Hedera L., 1753 è un genere di piante della famiglia delle Araliaceae, comprendente numerose specie, tra cui la comunissima edera (Hedera helix), pianta lianiforme rampicante, comune nei giardini e nei nostri boschi dal mare al monte; ha fusti lignificati ramosi, aderisce facilmente al substrato grazie alle radici avventizie aggrappanti, raccolte in tipici fascetti, le foglie sono lungamente picciolate, coriacee, intere di colore verde scuro; mostra evidente eterofillia con foglie palmato-lobate sui rami vegetativi, e ovato-romboidali sui rami fioriferi che portano in settembre o inizio ottobre piccoli fiori verdastri; produce piccole bacche nerastre o giallognole contenenti due o tre noccioli. Le specie coltivate come piante ornamentali sono varietà e ibridi ottenuti da Hedera helix a foglie variegate o da Hedera canariensis a foglie più grandi. L'edera è uno dei simboli arcaici di Dioniso, chiamato anche kissos in greco che è anche il nome della pianta. Il legame tra il dio e la pianta è ricordato da due racconti mitologici. Nel primo Dioniso viene abbandonato dalla madre Semele, ed egli si rifugia sotto un'edera da cui prenderà il nome. Nel secondo mito si dice che Kissos era figlio di Dioniso e che un giorno il giovane morendo venne trasformato per pietà dalla dea Gea nella pianta che da allora ne porta il nome. Dioniso era rappresentato con una corona di edera in testa mentre il tirso, un bastone nodoso, era avvolto dalle sue foglie. Siccome Bacco era considerato il dio del trasporto mistico ma anche di quello amoroso, l'edera divenne un simbolo di passione (la passione che brucia così come la pianta che secca l'albero che avvolge); così anche in India dove l'edera è considerata emblema della concupiscenza. Un'usanza ancora praticata qualche decennio fa vedeva appendere frasche d'edera sull'uscio delle cantine per segnalare la mescita del vino, donato dal dio dell'ebbrezza agli uomini. L'edera è un arbusto assolutamente non commestibile in nessuna parte. Si usano le foglie per decotti, mentre i frutti sono velenosi. I principi attivi sono ederina, flavonoidi, ederagenina, acido clorogenico = L'infuso di foglie raccolte in estate e fatte seccare lentamente, ha proprietà emmenagoghe, balsamiche ed espettoranti - Le foglie fresche pestate o ridotte in succo applicate per uso esterno sono detersive, antireumatiche, antinevralgiche - Il decotto di foglie fresche viene utilizzato per bagni antireumatici, per la nevrite e l'artrite - La pomata (ottenuta con il 15% di prodotto secco polverizzato e il restante 85% da grasso) viene usata per frizioni antidolorifiche - L'infuso di una manciata di foglie in circa due litri d'acqua, può essere usato dopo lo shampoo come trattamento per rendere i capelli più scuri e lucidi - Il succo o il decotto delle bacche velenose, raccolte dall'inverno alla primavera, ha proprietà purgative, emetiche, antibiliari, sudorifere. [da Wikipedia, l'enciclopedia libera on line]

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