cultura barocca
Ossessione e disperazione alla radice del suicidio: analizza le posizioni sia di Etnici che Cristiani " Gli indemoniati ed ossessi sono non di rado vittime di entità diaboliche e assai di frequente insorge in essi la disperazione, spesso causa del suicidio giudicato in ambito cristiano peccato tale da seppellire i cadaveri in terra sconsacrata col volto all'ingiù, quasi a contemplare l'Inferno che per sempre li attenderà dopo il Giudizio Universale" [ è comunque qui utile precisare che in merito al suicidio gli Etnici (Pagani) avevano una visione diversa seppur ondivaga: ora condannandolo per diverse ragioni ora giustificandolo -vedi Seneca e lo stoicismo- come estremo anelito di libertà (analizza comunque la postazione di Dante Alighieri a proposito di Catone l'Uticense morto suicida per la disperazione dopo la fine di quella che giudicava la libertà repubblicana di Roma) ] = ripr. dell'immagine di B. Durante da copia di originale (P.S. = anche nella stampa le voci sono attive oltre che basilari)

VEDI UN RARISSIMO TESTO DI PROCEDURE CONTRO VITTIME DI MALEFICI E INDEMONIATI

FRECCE PER IL LEMMA DI RICERCA CONNESSO A SUPERSTIZIONI, CALAMITA', MISERIE, IGNORANZA CAUSE DI DISPERAZIONE E MELANCONIA - CLICCA INVECE QUI PER LA HOME PAGE DI CULTURA-BAROCCA






























La Chiesa cattolica fino al Concilio Vaticano II non consentiva le esequie per i suicidi, che anzi non venivano seppelliti neanche in terra consacrata. Dopo il Concilio, la Chiesa ha rivisto la sua posizione e concesso ai suicidi le esequie, ma ad alcune condizioni.
Innanzitutto, al numero 2280 del Catechismo della Chiesa Cattolica è spiegato il perché del rifiuto del suicidio. Ciascuno è responsabile della propria vita davanti a Dio che gliel’ha donata (…). Noi siamo tenuti a riceverla con riconoscenza e a preservarla per il suo onore e per la salvezza delle nostre anime”. E quindi: Siamo amministratori, non proprietari della vita che Dio ci ha affidato. Non ne disponiamo.
Chiarito questo, al numero 2281 si definisce il suidicio un gesto ritenuto gravemente contrario al giusto amore di sé. Al tempo stesso è un’offesa all’amore del prossimo, perché spezza ingiustamente i legami di solidarietà con la società familiare, nazionale e umana, nei confronti delle quali abbiamo degli obblighi. Infine: Il suicidio è contrario all’amore del Dio vivente. Il suicidio può avere un’aggravante (n° 2282), che sia cioè commesso con l’intenzione che serva da esempio, soprattutto per i giovani. In questo caso l’aggravante è lo scandalo. Così come è contrario alla legge morale cooperare volontariamente al suicidio. Sempre il numero 2282 chiarisce che: Gravi disturbi psichici, l’angoscia o il timore grave della prova, della sofferenza o della tortura possono attenuare la responsabilità del suicida. Perché si possa compiere un peccato grave come il suicidio, infatti, servono tre elementi: la materia grave (ossia il suicidio), la piena avvertenza della mente (sapere cioè che cosa si vuole ottenere, ossia la propria morte) e il deliberato consenso della volontà (ossia la decisione di uccidersi presa lucidamente). Poiché non è possibile fare un’analisi delle intenzioni del cuore di ognuno di noi, il numero 2283 spiega che: Non si deve disperare della salvezza eterna delle persone che si sono date la morte. Dio, attraverso le vie che egli solo conosce, può loro preparare l’occasione di un salutare pentimento. Ecco perché è concesso il funerale ai suicidi.



FRECCE PER IL LEMMA DI RICERCA CONNESSO A SUPERSTIZIONI, CALAMITA', MISERIE, IGNORANZA CAUSE DI DISPERAZIONE E MELANCONIA - CLICCA INVECE QUI PER LA HOME PAGE DI CULTURA-BAROCCA