Informatizzazione a cura di B. Durante

Già gli Umbri usarono la zona attorno alla futura CERVIA per procurarsi il SALE, che a lungo fu uno dei beni più preziosi in quanto consentiva di conservare gli alimenti.
Certamente anche i greci conobbero questa "cava" di "oro bianco".
Ma gli esperti dell'estrazione del SALE , con la "creazione" delle saline vere e proprie, furono gli Etruschi, che con il comandante Ficòl, si insediarono in prossimità della foce del fiume Savio per avere sempre acqua potabile e proprio agli Etruschi dobbiamo la tecnica di raccolta del sale.
Il passaggio da semplice estrazione ad una vera e propria attività commerciale fu molto breve, tanto che il sale poté mantenere a lungo un valore tale da superare ogni moneta e, per certi popoli, anche quello dell'oro.
Furono poi i Romani ad ereditare il "brevetto" dell'estrazione del sale dagli Etruschi e da quell'epoca furono molti i popoli a contendersi questo bene prezioso.
Le tensioni più forti avvennero tra Venezia, il Papato, Ravenna, le altre città romagnole (Forlì, Cesena), che non esitarono a dichiararsi guerra pur di avere il possesso sulle saline, fino al tredicesimo secolo quando speciali spedizioni punitive furono inviate per distruggere vigneti e per razziare il bene raro.
Nel 1247 Cervia accettò per un breve periodo la giurisdizione di Venezia, soprattutto per sfuggire alle "attenzioni" dei ravennati.
Addirittura Dante Alighieri fu inviato dal Signore di Ravenna (1321) come ambasciatore a Venezia per trattare il "libero commercio" del sale cervese.
Si consideri che Cervia riforniva Lombardia, Toscana e Romagna.
Nel 1383 è Galeotto Malatesta a impadronirsi della "città del sale" e, successivamente, il Papato.
Nel biennio 1527-29 verrà ripresa dai veneziani e sarà restituita al Papa dopo la sconfitta ad opera della Lega di Cambrai.
Il sale fu anche "merce" di contrabbando fra lo Stato pontificio e il Granducato di Toscana e alla "via del sale" si deve la salvezza di Giuseppe Garibaldi, in fuga dalla Repubblica Romana (1849).
Dopo la morte di Anita nel ravennate, furono proprio i contrabbandieri a fargli passare il confine dei due Stati, che allora era fra Forlì e Castrocaro, e a "consegnarlo" a don G. Verità.
Nei primi anni del '900 la produzione di sale fu molto importante per l'economia cervese, in particolar modo negli anni Venti e Trenta quando la produzione media raggiunse q. 1.129.990. Oggi il sale viene prodotto esclusivamente per fini turistici dall'Associazione "Gruppo Culturale Civiltà Salinara" che si adopera per la salvaguardia delle tradizioni della salina, mentre la salina attualmente sta aspettando di divenire parte di una nuova società di gestione di proprietà, in percentuali diverse, del Comune, della Provincia, dell'Ente Tabacchi Italiano, del Consorzio del Parco del Delta, della Camera di Commercio e delle Terme di Cervia".
[testo, adattato, a cura della Redazione Internet Cervia Turismo - Comune di Cervia].