Informat. di Bartolomeo Ezio Durante

Il filosofo utopista Tommaso Campanella nacque a Stilo (in provincia di Reggio Calabria) nel 1568 ed entrò giovanissimo (a soli 13 anni) nell'ordine domenicano, cambiando il suo nome originario da Giovanni in Tommaso, per l'appunto. Durante il suo corso di studi, C. s'interessò alle letture di Erasmo da Rotterdam , Marsilio Ficino (1433-1499) e Bernardino Telesio , al quale si ispirò per scrivere nel 1589 la propria Philosophia sensibus demonstrata, tuttavia questi interessi svilupparono nel giovane C. un pensiero talmente anticonformista che egli dovette essere allontanato dal convento per non influenzare negativamente i suoi confratelli.
C. si recò allora, nello stesso 1589, a Napoli, dove studiò magia naturale e occultismo sotto la guida di Giambattista della Porta : essendo rimasto profondamente influenzato dal pensiero dell'umanista campano soprattutto per quanto concerne l'evoluzione di magia in scienza, egli scrisse il De sensu rerum et magia (Del senso delle cose e della magia). Questo fu un manoscritto dalla vita molto travagliata: scritto in latino nel 1590, rubato da alcuni frati a Bologna nel 1592 e usato nel processo per eresia a suo carico, riscritto a memoria in italiano nel 1604, in seguito nuovamente in latino, e pubblicato finalmente a Francoforte nel 1620, e ripubblicato a Parigi nel 1637.
Tuttavia, due anni dopo, nel 1591, C. fu sottoposto ad un processo da parte dell'Inquisizione per eresia e pratiche di magia e rinviato ad un domicilio coatto nel suo convento in Calabria. Da qui però l'insofferente domenicano scappò in maniera rocambolesca per recarsi a Roma, Firenze e infine, nell'ottobre 1592, a Padova, dove risedette per circa un anno e dove conobbe Galileo Galilei . Nella città patavina C. fu nuovamente arrestato nel 1593, torturato e processato con l'accusa di aver propagandato un'eresia basata sulla dottrina dell'anima universale (panpsichismo), ed infine trasferito nel 1594 nelle carceri dell'Inquisizione a Roma, dove fu compagno di sventura di un altro famoso pensatore utopistico: Francesco Pucci, decapitato e arso sul rogo nel 1597.
Ancora una volta, nel 1597 C. fu inviato al confino, nel suo convento calabro, dove si diffuse la sua fama come mago taumaturgo, ma dove, soprattutto, fu al centro di una congiura calabra antispagnola scoperta nel 1599 e repressa nel sangue: lo stesso C., pur atrocemente torturato, decise a fingersi pazzo, unica strategia per non essere condannato a morte, ma questo comunque non gli evitò nel 1600 a Napoli la condanna al carcere perpetuo.
Quasi tutte le sue opere furono composte nei successivi 26 anni in cui venne lasciato a marcire nelle carceri dell'Inquisizione. Finalmente fu scarcerato nel 1626, grazie alla mediazione del papa Urbano VIII (1623-1644), interessato alle capacità di C. in qualità di esperto d'astrologia, praticata anche dal papa stesso. Per quest'ultimo C. fece costruire una camera segreta, il cui scopo era di deviare presunti influssi negativi di certi fenomeni astrali, come le eclissi, che il papa era convinto fossero stati predetti dai suoi avversari della fazione filo-spagnola come infausti per il suo pontificato.
Tra l'altro, C. cercò anche di convincere il papa ad attuare una riforma della Chiesa, che ricostituisse l'impero universale della Chiesa, tuttavia nel 1632 egli fu coinvolto in un nuovo processo, in cui prese le difese del copernicanesimo di Galileo, e soprattutto, nel 1634, venne, per l'ennesima volta, accusato di un complotto antispagnolo: questa volta però, egli decise di fuggire in Francia, e qui, sotto la protezione del re Luigi XIII (1610-1643) e del noto cardinale Armand Jean Richelieu (1585-1642) (al quale dedicò l'edizione parigina del 1637 del suo De sensu rerum et magia), pubblicò la maggior parte delle sue opere.
In Francia C. poté finalmente condurre indisturbato i suoi studi e divulgare il suo pensiero. Ebbe inoltre la possibilità di conoscere valenti studiosi dell'epoca, come i filosofi Pierre Gassendi (1592-1655) e Marin Mersenne (1588-1648), mentre polemizzò con René Descartes (Cartesio) (1596-1650).
C. morì a Parigi nel 1639.
Il complesso pensiero di C. è una miscela di filosofia antiaristotelica, magia naturale (la magia divina, in contrasto con la magia diabolica), panpsichismo (il mondo è vivo e sensibile, come per Telesio e Giordano Bruno ) e utopia politico-religiosa, saturata di astrologia.
Quest'ultima venne delineata soprattutto nella sua opera principale La Città del sole, senz'altro influenzata dalla Repubblica di Platone, dove C. immaginò che tutto il mondo fosse governato dalle leggi della magia naturale strettamente collegati con l'astrologia. Infatti l'intero stile di vita degli abitanti della Città del sole era diretta verso l'ottenimento di una relazione benefica con le stelle.
Come già Telesio, e successivamente anche Cartesio, anche C. si poneva il problema di spiegare la conoscenza di Dio. Per C., nel rapporto uomo/Dio, la coscienza individuale era la base dell'esperienza, e l'esistenza di Dio poteva essere dedotta dall'idea di Dio che si forma nella coscienza dell'uomo.
Come già detto, la maggior parte delle opere di C. risale al lungo periodo in carcere a Napoli, tra il 1600 ed il 1626.
Tra i lavori principali, si ricordano: Philosophia sensibus demonstrata (1589) De sensu rerum et magia (1589), Monarchia di Spagna (1600): la monarchia spagnola sarebbe potuta diventare la monarchia universale, dove la pace e la giustizia sarebbero state assicurate. La città del sole (Civitas solis) (1602), l'opera più famosa, Discorso ai principi d'Italia (1607), Philosophia rationalis (1606-14), Theologia (1613-24), monumentale trattato, in 29 volumi, di teologia “naturale”, Apologia pro Galilaeo (1616-22), Philosophia realis (1619), Metaphysica (1623), analisi dettagliata della magia naturale di Marsilio Ficino, Quod reminiscentur et convertentur ad Domini universi fines terrae (1626): un articolato piano per implementare lo sforzo missionario cattolico. Atheismus triumphatus (1631) Aphorismi politici (1635): la monarchia francese stava crescendo a scapito di quella spagnola. Ecloga Christianissima Regi et Regina in portentosam Delphini….Navitatem (1639), in onore del neonato Luigi XIV di Francia [Dizionario di eresie, eretici, dissidenti religiosi, confessioni cristiane non cattoliche, nuovi movimenti religiosi di ispirazione cristiana]