INFORMAT. DI B. E. DURANTE

Figlio di Giove e di Semele, BACCO (come Dioniso per i Greci), qui un celebre dipinto del Caravaggio, è uno dei diversi appellativi dati al dio del vino la cui ebbrezza fa perdere la ragione agli uomini, facendo commettere atti malvagi.
Come tutte le amanti di Giove, anche la madre di Bacco fu perseguitata dalla gelosia di Giunone verso le sue rivali in amore. Per liberarsi di quella mortale e del figlio che portava in grembo, stavolta la dea giocò d'astuzia e si limitò ad invitare Semele ad osservare Giove in tutta la sua potenza. La donna seguì ingenuamente quel suggerimento che si rivelò fatale: nessuna mortale infatti era in grado di sopravvivere alla vista di Giove e delle saette che aveva intorno, neppure la povera Semele che morì fulminata. Per salvarle almeno il figlio, Giove glielo strappò dal grembo e se lo cucì nella coscia mantenendolo così fino alla nascita. Per questa duplice gravidanza si diceva che Bacco fosse nato due volte.
Malvagio contro i suoi oppositori, ma generoso con i seguaci del suo culto (come Mida ) si dice che fu Bacco ad inventare la coltura della vite. Questo dio aveva anche la capacità di trasformarsi o di trasformare chiunque in animale. Ad esempio, come narra Omero in uno dei suoi Inni, quando Bacco venne catturato dai pirati, si trasformò in leone, mentre i pirati che in preda al terrore si erano gettati in mare furono trasformati in delfini.

















Francavilla sorse tra il 1000 ed 1100 .
I primi dati storici sicuri sono strettamente legati alla figura di San Cremete , un eremita che, durante la dominazione araba, viveva sulla piattaforma rocciosa nella zona chiamata Placa, quella comunemente nota come "A Badiazza" e che si trova nei pressi del bivio Novara - Moio. Quando il conte Ruggero d'Altavilla passò in questa zona con il suo seguito, Cremete gli chiese un aiuto per costruire un Monastero sulla rocca dove egli conduceva la sua vita solitaria. Il Conte Ruggero acconsentì e tra il 1090 ed il 1100 fu ultimato il Monastero di S. Salvatore di Placa dove si stabilirono i monaci dell'ordine Basiliano .
Il Monastero fiorì a lungo, risultando ben noto anche ad Angelico Aprosio che ne fa
cenno nelle sue opere.
La catastrofe seguita al terremoto del 1693 che sconvolse paesi e città della Sicilia Orientale, determinò fra l'altro la completa distruzione dell'antico Monastero Basiliano.
Dopo un peregrinare di quasi trent'anni dalla catastrofe tra le comunità di Francavilla prima, e di Castiglione poi, su consiglio delle monache Benedettine di Randazzo di cui era confessore straordinario, l'allora Abate Padre Gregorio Sanfilippo, decise di trasferire la sua comunità in tale città, dove acquistato il terreno in località " Rocca " su una collina a mezzogiorno dell'abitato entro le mura di cinta, iniziò la costruzione del Monastero e della relativa Chiesa.
La costruzione del nuovo complesso monastico ebbe inizio nell'anno 1760 su progetto del grande architetto catanese G. B. Vaccarini, che era fra l'altro Abate commendatario del Monastero
. La lapide collocata sulla porta centrale della Chiesa ricorda tale avvenimento e l'anno di inizio dei lavori che si protrassero per oltre un sessantennio.
Intorno ad esso si formeranno poi degli agglomerati di case. In un primo momento si trattava solo di insediamenti di gruppi di contadini che lavoravano per i monaci in quanto, si racconta che Ruggero avesse stabilito che fossero proprietà del Convento tutte le terre che si vedevano dall'altura su cui esso era posto.
Ritornando a parlare del monastero originario occorre che su una collina distante 3 Km in linea d'aria dalla zona Placa, fu costruito in posizione strategica il Castello Feudale, in modo che costituisse un punto di riferimento e di salvezza per la popolazione.
Si suppone che la costruzione del castello sia avvenuta tra il 1120 ed il 1180 , in quanto alcuni storici lo fanno risalire al tempo di Guglielmo I D'Altavilla "il Malo" (1120 - 1166 ); per altri invece esso venne edificato sotto il regno di Guglielmo II detto il "Buono" (1153 - 1189 ), figlio del precedente.
Oggi l'antico Castello feudale è ridotto ad un cumulo di macerie.
Le pietre sono saldate con calce malfitana molto usata dagli antichi e di cui esiste ancora una cava nel territorio di Francavilla.
Dal lato est, i ruderi sono rappresentati da grosse ed alte mura, che svettano monumentali sul ciglione sovrastante la ripida parete del colle. Resta inoltre la saldatura muraria tra la linea del ciglione e l'alta muratura.
Tra i ruderi della divisione interna, in un cortile, si trovano gli avanzi di una grande cisterna che doveva essere di primaria utilità per i presidiatori del luogo.